Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Quante risorse vengono investite nel mondo e in Italia per le funzioni essenziali degli stati e per i servizi offerti ai cittadini? C’è da perdersi nei numeri, ma qualche cifra vale la pena di leggerla. Per le spese militari nel mondo si spendono circa 950 miliardi di euro di cui il 48% da parte dei soli Stati Uniti seguiti a grande distanza da Gran Bretagna, Francia, Giappone, e Cina (circa 4.5% ciascuno). La cifra nel suo complesso fa un certo effetto perché corrisponde a 6 volte quello che l’Italia spende per la sanità, a due volte la ricchezza prodotta in un anno (il P.I.L.) da 16 milioni di olandesi e ammonta a 158 euro a testa per ogni abitante della terra… mica poco! Facendo i conti in tasca ad ogni paese le differenze si attenuano ma non si possono trascurare: gli Stati Uniti consumano in spese militari circa il 4.5% del PIL, l’Italia spende l’1.8% del PIL, mentre gli altri stati dell’Unione Europea oscillano tra il 2.5% di Gran Bretagna e Francia e il 1% dell’Austria. Le spese sanitarie nell’Unione Europea sono ancora più omogenee: si spende in media circa il 6% del P.I.L., l’Italia è appena al di sotto della media e la percentuale più alta è quella della Germania con il 7.5%. Anche negli Stati Uniti la spesa pubblica sanitaria si attesta intorno al 6% del P.I.L., ma non garantisce cure adeguate a tutti i cittadini, e se si conta la parte privata, la spesa complessiva arriva al 13.6%. Le cifre sembrano evidenziare una realtà omogenea tra i paesi UE e rimarcano alcune differenze con gli Stati Uniti. La spesa militare degli Stati Uniti è in assoluto così alta da permettere una politica “poco diplomatica” e nel sistema sanitario USA sembra che privato, iniquo e sprecone si associno pericolosamente. E’ interessante notare che le differenze che albergano nell’immaginario collettivo circa il welfare dei paesi scandinavi e della Germania non trovano un ampio riscontro nelle cifre.
E’ il 1978 quando George Romero dà alla luce la sua seconda creatura: “L’ alba dei morti viventi”. Considerato - spesso banalmente - un convenzionale film dell’ orrore con una crudezza spinta all’eccesso, in realtà è una lucida visione della società dei consumi americana.
Il racconto assume dal principio toni apocalittici: l’umanità sta soccombendo di fronte ad un epidemia che impedisce ai morti di riposare in pace e li costringe a ritornare per nutrirsi di carne umana. Quattro superstiti si rifugiano in un centro commerciale ma qui dovranno fronteggiare non solo gli zombi che istintivamente e inspiegabilmente si dirigono nel luogo, ma anche i loro più oscuri desideri.
Cupo, violento e sanguinario il film si presta a differenti gradi di lettura e straordinariamente con il passare del tempo acquista sempre maggiore profondità come solo i veri capolavori sono capaci di fare. La critica non è più solo della soscietà americana ma aquista un livello cosmopolita che (ri)scopre contraddizioni e inquietanti propettive per il futuro. In conclusione: una dura iniezione di consapevolezza che tutti – amanti e non del genere – dovremmo concederci.
Durante i mesi di Marzo e Aprile abbiamo incontrato giovani iscritti alla Fit-Cisl di Torino, con cui già avevamo collaborato nella raccolta dei questionari della Campagna d’Azione “Tutto il resto”. Insieme, oltre a confrontarci su come è stata vissuta personalmente e dai colleghi la proposta del questionario, abbiamo discusso su cosa ci dicono i dati raccolti.
Come sempre è stato interessante partire dai risultati della ricerca per riflettere su ciò che accade nella nostra vita. In particolare il loro lavoro, che li porta ad avere direttamente una grossa responsabilità sulla vita di altri (per macchinisti, manutentori delle linee, …) ci ha portato a soffermarci su cosa significano responsabilità e lavoro faticoso.
Facevano infatti presente come alla domanda del questionario “secondo te chi deve essere pagato di più” le opzioni “chi ha più responsabilità” e “chi svolge un lavoro faticoso” non possono essere interpretata solo come chi nello svolgere il proprio lavoro ha una grossa responsabilità per l’azienda (capo-ufficio, capo-area, direttore, …) o svolge un lavoro fisicamente faticoso, ma anche chi come semplice operatore, con un suo sbaglio può mettere a repentaglio la vita di altri, perché questo significa un grosso carico di preoccupazioni e quindi di stress.
La speranza è ora di poter proseguire l’interessante confronto iniziato incontrandosi ancora.
Se mi etichetti
mi annulli
KIRKEGAARD
Decisamente fuori moda come prospettiva, per noi che andiamo a spasso griffatissimi, con l'ansia di essere esclusivi e originali, assolutamente di tendenza, ma mai banali. Per ritrovarci poi tutti, irrimediabilmente, troppo simili e indistinguibili.
"Le leggi sono le condizioni, colle quali uomini indipendenti ed isolati si uniscono in società, stanchi di vivere in un continuo stato di guerra e di godere una libertà resa inutile dall'incertezza di conservarla. Essi ne sacrificarono una parte per goderne il restante con sicurezza e tranquillità. La somma di tutte queste porzioni di libertà sacrificate al bene di ciascuno forma la sovranità di una nazione..." Cesare Beccarla
Queste parole sono state scritte più di cento anni fa, sono dunque superate? Dall'inchiesta della GiOC sui consumi emerge che il 12% dei giovani è disposto a fare un’attività illegale per avere più soldi a disposizione!
I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori (Catone).
Sembra essere ormai lo sport nazionale: chi riesce a raggirare meglio lo stato, è il più furbo. La disciplina si articola in diverse specialità: dall'evasione fiscale all'acquisto di materiale contraffatto, dall’uso di mezzi pubblici senza biglietto al tentativo di ottenere sussidi cui non si avrebbe diritto. Chi perda a questo gioco non ha molta importanza. Forse è lo stesso che vince. È l'italiano medio.
Ma è vero che non sappiamo difenderci dalla pubblicità? Che vediamo un prodotto e non possiamo farne a meno? Mi sembra che sia uno dei maggiori timori dei genitori, che vogliono proteggere i figli da questa influenza, quando poi sono i primi a subire il fascino di nuovi detersivi, lavatrici supertecnologiche, auto ultimo modello. La pubblicità è una grande vetrina che propone prodotti, è giusto sapere che è fatta per accattivare i nostri desideri, ma forse è eccessivo trattarla come il primo dei nemici.
Comunque, ecco l’ennesimo libro ricco di ricette per affrontare in modo costruttivo il problema...Spot spot - la pubblicità spiegata ai ragazzi
Auguri a tutte le donne! che oltre a essere creature di indubbio fascino sono anche le più soggette a diventare "fashion victims"! L'espressione è ormai di uso comune e sta a indicare chi è talmente ossessionato da un oggetto da comprarne anche senza il reale bisogno. Si diventa una specie di collezionista di scarpe, borse, occhiali...A questo tema sono dedicati siti, campagne pubblicitarie e ora anche una collana di libri! A questo propostito consiglio di andare a vedere il sito della casa editrice http://www.verbavolantedizioni.it/fashionvictims.htm. Nella collana a parlare delle loro manie sono alcune donne, sotto pseudonimo.
Per un altro verso, invece, mi ha colpito la campagna pubblicitaria che gioca su questo concetto: le foto sono di impatto davvero! provate a fare una breve ricerca su Google/Immagini con la parola "fashion victims"...non credo possiate sbagliarvi!
Talmente reale da identificarsi. E voi per che cosa siete fashion victims??
E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te:
non sciuparla
nel futile commercio con la gente,
vane parole in un viavai
frenetico.
Non sciuparla portandola in giro
in balia del quotidiano
gioco balordo degli incontri e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.
Costantino Kavafis
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