Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Dal Blog di Luca De Biase leggiamo: "L'economia ha ormai chiarito che la crescita dei consumi, una volta superata la soglia della sussistenza, non genera felicità. Anzi, genera infelicità. La felicità è legata molto più alle relazioni con le persone che al consumo.
Ebbene. Dal punto di vista mediatico, la televisione è strutturalmente connessa al consumismo. Non ne è la causa, ma lo facilita. Per costituzione. Per modello di business. C'era bisogno di un medium diverso per facilitare la trasmissione di informazioni in una cultura di fondo non consumista. Questo mondo dei blog è un medium che si basa sulle relazioni tra le persone. Quindi potenzialmente è una risposta all'infelicità del consumismo. 11 ottobre 2007
Il tempo ormai non vale più niente. Qualche euro all’ora. Una vita qualche migliaio di euro. Va rovesciato il detto: ‘Il tempo è denaro’ in: ‘Il denaro è tempo’. Infatti solo chi ha denaro può gestire il proprio tempo. Gli altri non hanno una vita. Lavorano per sopravvivere. Vivono a vista. Si indebitano per lavorare. Sono schiavi del denaro e non sanno più, o non hanno mai saputo, cosa vuol dire vivere... Se avessero la certezza della pensione, venderebbero l’anima al diavolo per invecchiare e avere subito 65 anni.
da "Schiavi moderni", www.beppegrillo.it, p.119
Meno si è, e meno si esprime
La propria vita; più si ha e più
È alienata la propria vita.
Karl Marx
Da quest'anno si innalza ancora l'obbligo scolastico, con le contraddizioni e le opportunità che questo significa. Più formazione o solo giovani costetti a rimanere per più tempo tra i banchi di scuola, con l'inevitabile conseguenza di una maggior dispersione scolastica e un numero più elevato di obblighi formativi non assolti? Le perplessità ci sono e vengono ben espresse in questo articolo in cui - tra le fonti di analisi - è citata anche l'indagine della GiOC!
http://www.lavoro.minori.it/notizie/approfondimento_05092007.htm
"Non credo che esistano consumi pesanti e consumi leggeri ma credo che alla radice di tutto ci sia un modello educativo che trasferisce dei format di consumo quasi imprintati fin dall’età dei bambini in modo che ad un certo momento a determinati bisogni che sono dettati dal marketing, esistano risposte automatiche di consumo. Il mercato della droga si è accorto di questo tipo di imprinting, quello su cui si basa l’odierno sfruttamento dei giovani, che una volta erano sfruttati mandandoli a lavorare, mentre adesso vengono sfruttati trasformandoli rapidamente in consumatori apparentemente consapevoli ma in realtà critici; quando il mercato della droga si è accorto di questo meccanismo, ha avuto le porte aperte perché ciascuna delle persone che oggi consuma droga è una persona informata e crede di aver fatto una scelta ma è la stessa scelta che si fa entrando in un supermercato perché si ha bisogno di biscotti e poi si esce con il carrello pieno". Ricardo C. Gatti a Otto e mezzo http://151.8.131.200/_Steadyvideo/OttoEMezzoRiccardoGatti.htm
Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare
all'infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista.
Kenneth Boulding
Ovviamente tu non sei il tuo nome, tu non sei la tua professione, non sei la casetta al mare che possiedi. E se impari a morire vivendo, come ben hanno insegnato i saggi del passato – i sufi, i greci, in nostri amati rishi dell’Himalaya – allora ti abitui a non riconoscerti in queste cose, a riconoscerne il valore estremamente limitato, transitorio, ridicolo, impermanente.
E se vivendo, incominci a capire che non sei quelle cose, allora pian piano te ne stacchi, le abbandoni.
Tiziano Terzani
Si racconta che quando Socrate andava per le strade di Atene,
dove c'erano delle botteghe, veniva avvicinato dai venditori che gli
chiedevano se voleva qualcosa, lui rispondeva:
"no, sto solo osservando quante cose esistono di cui non ho bisogno
per essere felice”.
Un "Avere" deve possedere un fiore, lo coglie, lo fa suo.
Un "Essere" ne contempla la bellezza, godendo di questo, percependolo per immaginare altri orizzonti.
E. Fromm
"Nella vita il rischio principale è
quello di prendere troppe precauzioni"
Alfred Adler
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