L'inchiesta
- Il posto del lavoro Dalla sezione relativa all'identificazione sul lavoro emerge, come ci si dice da tempo, l'immagine dell'importanza relativa del lavoro. Il lavoro, cioè, è considerato come una tra le cose importanti nella vita delle persone dal 56.6%, al pari però di altre dimensioni, tutte incentrate prevalentemente sulla dimensione personale ed affettiva (la famiglia, il partner, l'amicizia ). E' un dato in qualche modo "scontato", però si deve rilevare che rispetto a precedenti indagini la percentuale risulta essere in calo. Nonostante questa visione "policentrica" della vita, dove molte sono le cose importanti, fra cui anche il lavoro, emerge che il 36,6% degli inchiestati ritiene ancora l'ambiente di lavoro il luogo determinante per la formazione delle proprie opinioni e scelte personali. Il 54,2% dei giovani intervistati parlano sul posto di lavoro di argomenti inerenti l'attività lavorativa però tendono ad affidare i problemi lavorativi all'ambito familiare ed amicale. Se questi dati rilevano una sorta di miopia che mette a fuoco solo il contorno più immediato circoscrivendo l'ambito di fiducia, di sostegno e di solidarietà ad orizzonti ristretti, tralasciando le tradizionali forme di supporto e mediazione tra le parti, è anche vero che in una società sempre più differenziata e complessa cresce la necessità di ricercare relazioni faccia a faccia, di comunicare, di riconoscersi. Probabilmente questa tendenza è maggiore per quei giovani che vivono condizioni lavorative che non consentono loro di avere una continuità del lavoro e nel posto di lavoro per cui, avendo rapporti superficiali, brevi e discontinui con i colleghi, non riescono a condividere le problematiche e pensare a soluzioni comuni ma preferiscono portare i problemi nella sfera privata, unico punto di riferimento. Il lavoro è percepito come una dimensione estremamente importante per se stessi e per la propria famiglia, paradossalmente però ha scarsa importanza per le persone estranee più vicine (il quartiere), mentre torna ad essere percepito come importante per le realtà più lontane (la città, l'Italia). I giovani sembrano non riconoscere più la funzione sociale del proprio lavoro. Tuttavia i dati fanno più che altro emergere una discrepanza tra la dimensione reale e la dimensione "simbolica" del lavoro ed una difficoltà a pensare nell'immediato al proprio lavoro come ad un bene collettivo. Quando si parla di lavoro si ha come riferimento principale la propria realtà e lo si ricollega alla propria storia individuale e alla quotidianità. Il legame tra lavoro e società più che abbandonato è sopito e momentaneamente tralasciato. |
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