L'inchiesta - Identikit dei giovani lavoratori

Il 45,4% dei giovani intervistati si situa nella fascia d'età 19-24 e il 45,2% delle interviste è stato realizzato nel nord-ovest, il 25,1% nelle zone comprese nella cosiddetta Terza Italia e il 29,7% nel sud.
La prima originalità dell'inchiesta sta nell'aver scelto come campione d'indagine esclusivamente giovani lavoratori, mettendo al centro della discussione non indistintamente tutti i giovani, ma coloro che con il lavoro hanno un'esperienza diretta e continuativa. Una sottolineatura non scontata che oggi, forse più di ieri, ci pare importante perché sempre più spesso quando si parla di giovani se ne discute in termini e con i linguaggi propri degli studenti.
Il 42.2% dei giovani incontrati si considera un operaio comune o specializzato e il 32% un impiegato tecnico od esecutivo, mentre il 13,8% si trova in condizioni di disoccupazione. Quest'ultimo è un dato interessante da un punto di vista strettamente sociologico, perché permette di ascoltare e di confrontare il punto di vista dei disoccupati, soggetti che normalmente è molto difficile incontrare ed inchiestare tramite ricerche quantitative.
Nonostante tutto quello che si sente dire quindi, il lavoro operaio, manuale, di "fabbrica", esiste ancora e non è per nulla residuale. I giovani incontrati sono quei soggetti che fino ad un decennio fa venivano considerati a tutti gli effetti appartenenti alla classe operaia. Infatti, incrociando questi dati con quelli relativi ai dati socio-anagrafici si può rilevare come questi giovani provengano in maggioranza da famiglie operaie ancora piuttosto numerose e con un livello di istruzione non molto elevato. Molti entrano nel mondo del lavoro con un diploma o una laurea, molti altri vi entrano con la terza media o dopo aver abbandonato anzitempo la scuola. Cambiano le forme di ingresso nel mercato del lavoro, non varia però la tipologia di lavoro alla quale riescono ad accedere i giovani con meno strumenti (sempre lavoro operaio, a bassa qualifica). Nello stesso tempo, se la mansione di operaio generico è svolta dal 61,7% di coloro che hanno la licenza media e dal 56,3% di coloro che hanno una qualifica professionale, emerge che lo stesso lavoro è svolto anche dal 30,3% dei diplomati di scuola superiore, dal 14,1% di diplomati parauniversitari e dall'8,8% di laureati.
In un periodo dove il lavoro operaio pare marginale, non tanto nella vita delle persone, quanto nei discorsi dei media e dei programmi politici, la questione dell'ascolto e della rappresentanza di tanti giovani diviene centrale, per evitare che spariscano da ogni progetto di cambiamento, ma anche di coinvolgimento.
Il problema della rappresentanza e dell'accompagnamento si pone poi anche per i nuovi soggetti che si affacciano nel mondo del lavoro: dato non irrilevante è che il 6,6% degli intervistati lavora con una collaborazione coordinata continuativa e il 9,1% una prestazione occasionale, mentre il 7,3% è lavoratore autonomo.
I nuovi lavori, regolati da forme contrattuali molto flessibili, sono spesso considerati dai giovani come un'opportunità di ingresso e conoscenza del mondo del lavoro, un'occasione per misurarsi con compiti e realtà nuove, per aggiornarsi e fare esperienza ma anche un'occasione per avere relazioni sociali e conoscere gente sempre diversa. In ogni caso non sono mai considerati come condizioni definitive ma sempre come un mezzo per aspirare ad una condizione lavorativa e di vita stabile. Il rischio è che il lavoro atipico e flessibile si tramuti in un altro strumento di emarginazione e precarietà per molti giovani (e non solo), che diventi, da misura transitoria, una condizione permanente, in particolare per quei giovani che non sono in possesso di competenze specifiche o di requisiti spendibili nel mercato del lavoro. Infatti, il più delle volte i giovani a bassa qualifica non scelgono liberamente la flessibilità ma si adeguano a forme di precarietà professionale e di vita pur di avere un lavoro.
Rappresentanza, quindi, più che mai necessaria se confrontata con le difficili o problematiche condizioni di vita di alcuni di questi giovani.

 

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