Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla.
Comprano dai mercati le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercati di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami.
A. de Saint-Exupèry dal Piccolo Principe
Per coloro che non sono capaci di credere, ci sono i riti; per coloro che non sono capaci di ispirare rispetto da sé, c'è l'etichetta; per coloro che non sanno vestirsi, c'è la moda; per coloro che non sanno creare, ci sono le convenzioni e i clichés. Ecco perché i burocrati amano i cerimoniali, i preti i riti, i piccoli borghesi le convenienze sociali, i bellimbusti la moda, e gli attori le convenzioni teatrali, gli stereotipi e un intero rituale di azioni sceniche.
Stanislavskij, (Konstantin Sergeevic, regista russo, 1863-1938)
Presentati a Padova i risultati della ricerca nazionale realizzata dalla Gi.O.C. (Gioventù Operaia Cristiana) con il supporto della Fondazione Nord Est che ha coinvolto un campione di 3.000 giovani di età compresa fra i 15 e i 35 anni in Italia.
Il lavoro continua ad essere uno fra gli aspetti più importanti della vita (94,7%) assieme alla famiglia e alle amicizie. Tuttavia, proprio la possibilità di avere un lavoro precario costituisce la prima preoccupazione per il futuro (24,9%).
Il 62,3% dei rispondenti ritiene che il salario debba essere definito sulla base di una serie di riferimenti meritocratici (competenze possedute, responsabilità assunte, titolo di studio conseguito). Allo stesso tempo però l’87,8% ritiene che la società debba sostenere in particolare le persone più deboli e svantaggiate.
Al di là delle discussioni più spesso disancorate dai fenomeni reali, i giovani si muovono lungo atteggiamenti che un tempo sarebbero stati ritenuti opposti, inconciliabili. Sul lavoro auspicano che venga premiata la professionalità, la capacità delle persone. Esprimono in larga misura una visione di natura meritocratica. Ma, quando spostiamo il piano dal lavoro a quello della giustizia sociale, è la propensione solidaristica a prevalere. Dove è necessario garantire a tutti pari opportunità di partenza, dove è necessario sostenere i più deboli. Di tutto ciò si deve fare carico l’intera società.
Per maggiori informazioni: Giovani e lavoro: sala stampa
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e' infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicita'.
Pablo Neruda
Se mi etichetti
mi annulli
KIRKEGAARD
Decisamente fuori moda come prospettiva, per noi che andiamo a spasso griffatissimi, con l'ansia di essere esclusivi e originali, assolutamente di tendenza, ma mai banali. Per ritrovarci poi tutti, irrimediabilmente, troppo simili e indistinguibili.
"Le leggi sono le condizioni, colle quali uomini indipendenti ed isolati si uniscono in società, stanchi di vivere in un continuo stato di guerra e di godere una libertà resa inutile dall'incertezza di conservarla. Essi ne sacrificarono una parte per goderne il restante con sicurezza e tranquillità. La somma di tutte queste porzioni di libertà sacrificate al bene di ciascuno forma la sovranità di una nazione..." Cesare Beccarla
Queste parole sono state scritte più di cento anni fa, sono dunque superate? Dall'inchiesta della GiOC sui consumi emerge che il 12% dei giovani è disposto a fare un’attività illegale per avere più soldi a disposizione!
Risparmiare? Sembra essere un miracolo! Non solo per i giovani che abbiamo intervistato con la nostra inchiesta - azione su giovani e consumi, secondo cui quasi il 50% non riesce a risparmiare niente. Oltre alle difficoltà di mettere qualcosa da parte, infatti, c'è un passo ulteriore: l'indebitamento. Nonostante gli esperti ci dicano che questo processo (acquistare usando forme di credito) è segno di modernità, che non sono le famiglie in difficoltà ad indebitarsi, che non occorre pensare subito agli usurai, resta il fatto che le carte di credito sono dei "pagherò" a breve o lungo termine, che le rate ci legano per anni a un finaziamento e che un aumento dei tassi d'interesse vuol dire pagare più cari i nostri acquisti... Questo orologio inquietante calcola in tempo reale l'aumentare dell'indebitamento americano, specificando anche la media per famiglia. E continua a crescere!!
I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori (Catone).
Sembra essere ormai lo sport nazionale: chi riesce a raggirare meglio lo stato, è il più furbo. La disciplina si articola in diverse specialità: dall'evasione fiscale all'acquisto di materiale contraffatto, dall’uso di mezzi pubblici senza biglietto al tentativo di ottenere sussidi cui non si avrebbe diritto. Chi perda a questo gioco non ha molta importanza. Forse è lo stesso che vince. È l'italiano medio.
Ma è vero che non sappiamo difenderci dalla pubblicità? Che vediamo un prodotto e non possiamo farne a meno? Mi sembra che sia uno dei maggiori timori dei genitori, che vogliono proteggere i figli da questa influenza, quando poi sono i primi a subire il fascino di nuovi detersivi, lavatrici supertecnologiche, auto ultimo modello. La pubblicità è una grande vetrina che propone prodotti, è giusto sapere che è fatta per accattivare i nostri desideri, ma forse è eccessivo trattarla come il primo dei nemici.
Comunque, ecco l’ennesimo libro ricco di ricette per affrontare in modo costruttivo il problema...Spot spot - la pubblicità spiegata ai ragazzi
Auguri a tutte le donne! che oltre a essere creature di indubbio fascino sono anche le più soggette a diventare "fashion victims"! L'espressione è ormai di uso comune e sta a indicare chi è talmente ossessionato da un oggetto da comprarne anche senza il reale bisogno. Si diventa una specie di collezionista di scarpe, borse, occhiali...A questo tema sono dedicati siti, campagne pubblicitarie e ora anche una collana di libri! A questo propostito consiglio di andare a vedere il sito della casa editrice http://www.verbavolantedizioni.it/fashionvictims.htm. Nella collana a parlare delle loro manie sono alcune donne, sotto pseudonimo.
Per un altro verso, invece, mi ha colpito la campagna pubblicitaria che gioca su questo concetto: le foto sono di impatto davvero! provate a fare una breve ricerca su Google/Immagini con la parola "fashion victims"...non credo possiate sbagliarvi!
Talmente reale da identificarsi. E voi per che cosa siete fashion victims??
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