La
nascita della GiOC
La Jeunesse Ouvrière Chretienne (JOC) è
nata in Belgio poco dopo la prima guerra mondiale dalla dolorosa constatazione
che il lavoro e l'ambiente di lavoro non solo allontanavano migliaia
di giovani lavoratori dalla Chiesa, ma ancor più li disumanizzavano,
degradando la loro vita spirituale.
Suo fondatore fu un prete, Joseph
Cardijn (1882 - 1967). Prima di lui molti avevano fatto la medesima
constatazione e cercato rimedi. Le soluzioni però rimanevano
nella linea della pastorale tradizionale del tempo centrata sulle opere
per la gioventù come i patronati, le associazioni sportive, gli
oratori. L'obiettivo principale di queste iniziative consisteva nel
sottrarre i giovani per qualche ora la settimana al loro ambiente, per
introdurli in un "bagno spirituale". Il grande merito di Cardijn
consiste nell'aver compreso che queste soluzioni erano inadeguate: invece
di ritirare i giovani lavoratori dal loro ambiente, Cardijn li invierà in esso come apostoli incaricati di una missione umana e divina.
Ordinato sacerdote nel 1906, Cardijn frequentò la Facoltà
di Scienze Politiche e Sociali dell'Università Cattolica di Lovanio.
Nel 1912 venne nominato viceparroco a Laeken, una grande parrocchia
popolare nella periferia di Bruxelles. Con le ragazze operaie iniziò
l'organizzazione di "circoli di studio" nei quali sperimentò i primi tratti della nuova metodologia basata sulla riflessione a partire
dalla vita concreta e sull'azione per trasformarla (quello che poi è
diventato il metodo della revisione di vita).
Dopo la prima guerra, nel 1919, si formò in Belgio la Association
Catholique de la Jeunesse Belge (ACJB) che venne approvata dei vescovi
nel 1921. Nata in ambiente universitario, l'ACJB aveva però come
scopo il coinvolgimento di giovani di tutti i ceti sociali con forte
insistenza sull'interclassismo e a partire dalla realtà parrocchiale.
Sono elementi che Cardijn mise radicalmente in discussione. Per coinvolgere
i giovani del mondo operaio, sempre più assenti dalle associazioni
giovanili cattoliche, egli era convinto che fosse necessario fondare
delle associazioni composte di soli operai e dirette da loro.
Nel 1920 iniziò il movimento della Jeunesse Syndacaliste (che
dal 1924 assunse la denominazione JOC) e i gruppi si moltiplicarono
in tutto il Belgio. Nel 1922 Cardijn lanciò la prima grande inchiesta sugli adolescenti al lavoro (con le mitiche 500 domande), che fornirà
il materiale per il programma generale della JOC ed offrirà un
esempio significativo del metodo dell'inchiesta, poi adottato dal movimento.
Insieme al successo crescevano anche le tensioni con la ACJB, sostenitrice
dell'Azione Cattolica generale e contraria alle specializzazioni. L'evento
risolutivo fu il viaggio a Roma del marzo 1925 e l'incontro con il papa
Pio XI: Cardijn ottenne una esplicita approvazione della JOC e della
sua azione. Il 18 aprile 1925, con la celebrazione del primo congresso
nacque il movimento; nel 1927 ci fu l'approvazione, da parte dei vescovi
belgi, della JOC come ramo autonomo affiliato alla ACJB.
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