Lo
sviluppo internazionale
Da subito il movimento si espande rapidamente in Francia
e poi in Svizzera, Spagna, Portogallo, Olanda, Inghilterra, Croazia,
Ungheria, Lituania. Nel 1935 in una lettera del Vaticano si legge: "agli
occhi del Santo Padre, la JOC realizza un tipo perfetto di quell'azione
cattolica che costituisce uno dei pensieri dominanti del suo pontificato".
E' il riconoscimento ufficiale di Pio XI. Sotto la guida del suo fondatore
il movimento continua ad espandersi in tutto il mondo e nel 1957, questo
sviluppo viene consacrato con la nascita della GiOC Internazionale a
Roma alla presenza di 37.000 giocisti provenienti da ogni angolo della
terra. L'italo-canadese Romeo Maione fu eletto primo presidente del
movimento internazionale. In quel momento la GiOC è presente
in 60 nazioni e raggruppa 4.000.000 di aderenti. Cinque anni dopo, nel
1962, mentre Cardijn festeggiava l'ottantesimo compleanno, il movimento
arriva in Madagascar, 88° paese aderente.
Nel 1961, la Mater et Magistra consacra il metodo del vedere - valutare
- agire, usato dalla GiOC fin dagli inizi. Nel 1963 Cardijn scrive e
pubblica Laici in prima linea, che raccoglie il suo pensiero sul laicato.
Cardijn parteciperà in seguito al Concilio Vaticano II come esperto.
Nel 1965, con una decisione a sorpresa, il fondatore della GiOC viene
nominato cardinale da papa Paolo VI: con Cardijn "la gioventù
operaia fa il suo ingresso nel sacro collegio". Alcuni anni dopo,
nel 1967, l'infaticabile prete dei giovani operai muore. Per la GiOC
è una grave perdita; il movimento infatti giunge negli anni caldi
del 1968 in un momento di grande crescita numerica, ma senza un sufficiente
consolidamento dei suoi dirigenti e soprattutto senza la guida forte
e decisa del cardinale Cardijn. Di fronte ai grandi rivolgimenti di
quegli anni, alcuni movimenti nazionali vivono una graduale crisi di
identità, smarriscono progressivamente la carica apostolica,
l'autenticità cristiana e poi la caratteristica operaia, fino
a scomparire attraversati da lacerazioni profonde. Altri rimangono fedeli
alle intuizioni del fondatore. Altri ancora riescono a pensare e rivitalizzare
l'esperienza della GiOC.
Nel 1986, per far uscire la GiOC da una crisi che rischiava di diventare
irreversibile, un gruppo di movimenti nazionali, tra cui la GiOC italiana,
decidono di costituire il CIGiOC (Coordinamento Internazionale della
GiOC), che ha sede a Roma e che è stato riconosciuto dalla Santa
Sede come Organizzazione Internazionale Cattolica. Nel documento costitutivo
i dirigenti del CIGiOC affermavano che il nuovo Coordinamento Internazionale
voleva rappresentare una grande opportunità, quella di ripensare
la GiOC alla luce degli orientamenti del Concilio per evitare una sua
scomparsa e per attualizzarne il ruolo nella realtà giovanile
operaia, nella Chiesa e nel mondo del lavoro. Questi intenti sono stati
perseguiti grazie al duro lavoro di questi anni e oggi sono 60
i movimenti coordinati dal CIGiOC nei 5 continenti.
La beatificazione di Marcel Callo, giovane operaio giocista francese,
morto nel campo di sterminio di Mathausen, celebrata da Papa Giovanni
Paolo II il 7 ottobre 1987, pochi giorni prima dell'apertura del primo
congresso internazionale del nuovo coordinamento, è un segno
del grande, umile e prezioso lavoro svolto dalla GiOC in molti paesi
del mondo. Il 25 luglio 1992, in occasione del venticinquesimo anniversario
della morte di Cardijn, in una lettera ai responsabili del CIGiOC, il
cardinale Sodano, Segretario di Stato Vaticano, sottolineava l'attualità
della GiOC: "Oggi come ai suoi inizi - ha scritto - il CIGiOC deve
essere in stato di missione per raccogliere la sfida dell'evangelizzazione
della gioventù operaia".
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