I
Segretariati e Direttivi Nazionali della
GiOC di Portogallo, Spagna e
Italia si sono riuniti a Lisbona nei
giorni tra il 5 e il 9 di Luglio 2010. Abbiamo condiviso riflessioni
sul nostro attuale lavoro verso i giovani lavoratori, traendo
conclusioni e sfide molto importanti per la nostra missione.
Oggigiorno
i problemi
e le difficoltà dei giovani lavoratori
identificati all'inizio del '900 da Cardijn, il fondatore della GiOC,
continuano a essere presenti e del tutto simili, sebbene inseriti in
un contesto differente. Oggi c'è una diversa percezione del lavoro:
se prima esso costituiva la persona, oggi è solo il mezzo per
ottenere denaro. E in questa concezione vi è una grande mancanza di
coscienza critica, è difficile identificare il lavoro come qualcosa
di importante e che riguarda il progetto di vita della persona;
inoltre, aumenta sempre di più il timore che esiste nella società,
in particolare nei giovani, di perdere il lavoro e si assume come
normale lo stato di precarietà lavorativa. Per di più, esiste una
grave carenza della consapevolezza dei propri diritti lavorativi e
della storia del mondo operaio e lavoratore.
La
crisi economica e sociale
che viviamo sta generando molte situazioni di difficoltà nei giovani
lavoratori. Un esempio è l'aumento di contratti sempre diversi e
particolari, soprattutto nel settore dei servizi, e la diffusione di
fenomeni come “falsi autonomi", contratti a partita IVA. Allo
stesso tempo esistono, naturalmente, un elevato tasso di
disoccupazione giovanile e gravi situazioni di povertà, in molti
casi vissute da giovani immigrati.
Di
fronte a questa situazione, le GiOC di Portogallo, Spagna e Italia
affermano che questa mancanza di coscienza critica e le false
speranze create dalla società capitalista (consumismo, edonismo,
etc.) rendono il ruolo della GiOC più
necessario che mai. In più, il forte
individualismo che viviamo richiede alla GiOC di essere sempre più
missionaria,
per continuare a rappresentare uno strumento concreto per la
costruzione del Regno di Dio.
Siamo
consapevoli delle difficoltà che al giorno d'oggi si vivono nel
mondo della Chiesa. Per questo la GiOC, come ha sempre fatto, deve
continuare a essere per i giovani una Chiesa
vicina, amica e accogliente che offra
un Vangelo necessario e rivoluzionario
in questi tempi di crisi, rivendicando la dignità del lavoro e della
persona, nel rispetto degli spazi e dei tempi per la famiglia, il
tempo libero, il tempo per una vita spirituale, etc.
Tutto
ciò, oggi, presuppone una presa di posizione controcorrente, che si
oppone al trascinamento e alla persuasione dei valori che la società
odierna ci impone.
Il
metodo e il lavoro della GiOC nei nostri tre paesi è molto simile.
Siamo attenti ai giovani e alle loro problematiche, sviluppando
Campagne d'Azione
che mirano a denunciare le situazioni e trovare soluzioni concrete.
Svolgiamo sovente il nostro lavoro in territori
e quartieri tradizionalmente operai e,
allo stesso tempo, spesso, nei quartieri
più marginali e precari delle nostre
città.
La
nostra metodologia, la Revisione di
Vita, dà la possibilità a tutti i
giovani di esprimere le proprie opinioni e di riflettere in
profondità sulla realtà delle loro vite, incidendo e facendo la
differenza nei problemi e nelle questioni che si vivono. La GiOC è
una scuola di formazione continua e
integrale per i giovani, che li rende
attenti e impegnati nei loro ambienti di vita.
Infine
la GiOC ha il ruolo di portare e di essere la
voce dei giovani lavoratori all'interno
di altri luoghi, istituzionali o meno (organizzazioni sociali o
politiche, Chiesa, etc.), affinché le nostre problematiche e le
nostre istanze siano tenute in conto e si lavori
per la dignità dei giovani lavoratori.
Lisbona,
9 Luglio 2010