Schede per l'ostensione della Sindone 2010 La passione dei giovani nelle piaghe del Crocifisso verso nuovi e inediti cammini di risurrezione Per partecipare dal vivo e in modo propositivo all’ostensione della Sindone della prossima primavera, come GiOC abbiamo preparato alcune schede per la riflessione, la meditazione e la preghiera. Fedeli al carisma dell’associazione, che è nata ed esiste per fare percorsi formativi a partire dai giovani lavoratori di estrazione popolare, abbiamo pensato di preparare le schede sotto il titolo: “La passione dei giovani lavoratori nelle piaghe del crocifisso". Sovente il mondo giovanile è giudicato, dagli adulti e da una certa cultura che ha molta presa sulle gente, colpevole di una serie di mali di questo nostro tempo. Una lettura attenta, un’analisi approfondita – e soprattutto illuminata dalla Scrittura – ci porta a riconoscere nel pianeta-giovani le vittime di un sistema che li schiaccia e li rende schiavi.
Come GiOC viviamo uno stile di presenza costante al fianco di tanti giovani incontrandoli nei loro ambienti di vita. Ogni due anni facciamo una ricerca attenta attraverso indagini serie con lo strumento dell’inchiesta e dei focus group, con l’obiettivo di capire meglio i loro vissuti, desideri nascosti, le loro speranze, aspirazioni e attese. Questo ci permette di avere il polso della situazione, in diretta e non per sentito dire, o peggio ancora per comodi luoghi comuni. È proprio a partire dal non lasciarci abbagliare dall’apparenza, ma dall’andare in profondità, che riteniamo di avere motivi ben fondati e reali per parlare di passione dei giovani come ferite aperte che rendono vive e sanguinanti le piaghe di Cristo Oggi. Quel lenzuolo che sarà esposto al centro della cattedrale di Torino, ci richiama i patimenti di Cristo e, in lui, dal vivo, di tutti i cristi e i crocifissi di ieri e di oggi. Quella reliquia, quell’icona carica di mistero che saremo chiamati a fissare con gli occhi, con le mente e col cuore, ci rimanda col pensiero a come oggi questa passione continui a vivere sulla pelle di tutti i poveri e i messi ai margini della storia.
Alcuni adulti, che hanno vissuto l’esperienza della GiOC negli anni ’70, ci hanno raccontato come nell’Ostensione del 1974 l’allora cardinale Pellegrino, presentando il lenzuolo in un servizio televisivo, dopo aver sottolineato come ci fosse stretto collegamento tra il racconto della passione narrato dai vangeli e i segni presenti nel misterioso lino, andasse oltre, affermando che però l’immagine più viva e reale delle sofferenze di Cristo è l’uomo che oggi patisce e muore a causa delle ingiustizie umane: è l’uomo che soffre la vera Sindone che ci è dato fissare! Questa lettura ci tocca e ci mette in questione. Sarebbe triste commuoverci dinanzi alla Sindone e poi rimanere freddi, apatici, indifferenti e insensibili di fronte all’uomo che soffre oggi accanto a noi.
Di queste sofferenze, vogliamo farci testimoni e dare voce ai tanti giovani che vivono situazioni di gravi ingiustizie quali: - una scuola non sensibile a chi è partito in svantaggio, a chi ha meno strumenti e meno opportunità; - l’espatrio di tanti giovani del sud che per diverse cause, non da ultimo il potere mafioso che impera, devono lasciare il loro paese per costruire futuro altrove; - l’assenza di lavoro, il lavoro precario, il lavoro in affitto che nega loro ogni diritto, e impedisce di tradurre in progetti i loro sogni per il futuro che vogliono costruire senza riuscirci.
Per non parlare poi dell’infinito numero di giovani immigrati che pagano caro il prezzo per sfuggire alle situazioni di violenza, di guerra e di fame che esiste nei loro paesi di origine. Cirenei dei paesi ricchi… i cui datori di lavoro, mentre non possono fare a meno della manodopera fornita da tutta questa povera gente, li trattano come se fossero uomini di serie B. Sono le nuove schiavitù striscianti e diaboliche per le quali i profeti hanno levato la voce, e per le quali il Figlio del falegname di Nazareth ha proclamato di essere venuto a portare la liberazione e a inaugurare l’anno di grazia e di salvezza (Cf. Lc.4,18-19). Sono i cosiddetti giovani invisibili, che ci sono ma che la gente non vede, o fa finta di non vedere.
È a partire da loro e con loro che abbiamo steso queste schede. Dalle sofferenze del Cristo condannato e crocifisso abbiamo provato a individuare elementi che attualizzano e rendono vive le piaghe, il sangue, e i flagelli di cui la Sindone è testimone. Nella situazione di tanti giovani del sud e del nord dell’Italia e del mondo vediamo aprirsi le ferite, liquefarsi il sangue (altro che quello di S. Gennaro, questo è sangue fresco!), sentiamo ravvivarsi i lividi delle battiture sofferte dell’uomo dei dolori, in storie di vita che incontriamo ogni giorno.
Queste schede non hanno altro intento che quella di offrirsi come piccolo strumento per aiutare tutti a vivere con grande coinvolgimento e in atteggiamento di fede l’incontro con un lenzuolo che ancora una volta ci porta a dire “Se questo è un uomo".
Certo non ci fermiamo lì, la croce non è stata la fine. Vogliamo anche noi, passando attraverso la storia dell’uomo dei dolori, condividere i suoi stessi percorsi, il suo stesso stile di vita e di pensiero, sentendo risuonare vive dentro di noi le parole stesse dell’evangelista Marco: “Gesù chiamò la folla insieme con i discepoli e disse: 'Se qualcuno vuol venire dietro a me, smetta di pensare a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Chi pensa soltanto a salvare la propria vita la perderà; chi invece è pronto a sacrificare la propria vita per me e per il Vangelo la salverà. Se un uomo riesce a guadagnare anche il mondo intero, ma perde la sua vita, che vantaggio ne ricava? C'è forse qualcosa che un uomo possa dare per riavere in cambio la propria vita?" (Mc.8, 34-37). Desideriamo davvero percorrere con lui la strada scomoda della croce, l’unica e reale alternativa per un possibile cambiamento verso l’uomo e il mondo che verrà, per costruire una società in cui regni davvero la giustizia, la fraternità e la pace. Condividere con Lui la passione: passione e amore per questo nostro mondo e per questo nostro tempo. Per poter con lui condividere, dentro e al di là della croce, la gioia della risurrezione. Vogliamo vivere la vita dell’uomo nuovo che sperimenta il regno di Dio presente e operante nella storia, che cresce e che presto, ne siamo certi, raggiungerà la sua pienezza anche col nostro impegno. Notizia inserita o aggiornata il 23/03/2010. Letta 1551 volte. |
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