Dal 1 al 6 agosto c’è stato il campo
nazionale sui valori “Svalutation"!! il campo è stato davvero rappresentativo
di tutte le esperienze della GiOC italiana (nord, centro e sud!) e con noi hanno
condiviso la settimana anche molti animatori di comunità del progetto Policoro.
Il campo è stato denso di contenuti e riflessioni, indice di quanto un tema
come quello dei valori sia complesso perché ha toccato tutti gli ambiti della
nostra vita, ci ha interrogato nel profondo, ci ha costretto a fare i conti con
le nostre scelte, le nostre priorità, il nostro progetto di vita, di società e
di Chiesa.
Il campo è stato strutturato in 2 moduli:
il primo ha avuto l’obiettivo di fare un’analisi socio-culturale, storica ed
ecclesiale su questo tema. Sabato mattina Vitangelo Denora ha fatto un’analisi
dei valori nella società odierna e sul significato e attualità della questione
etica. Monsignor Bettazzi invece, ci ha introdotto un quadro storico su questo
tema, concentrandosi sui cambiamenti e la “rivoluzione" del Concilio Vaticano
II. Domenica mattina attraverso la riflessione biblica di Piergiorgio Ferrero,
abbiamo approfondito il rapporto tra la
Fede e i valori, chiedendoci quale sia la differenza
Cristiana nel vivere una vita di valori.
Alcuni aspetti emersi da questi momenti di
formazione forti sono:
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innanzitutto
la necessità di vedere la dimensione valoriale non come qualcosa di calato
dall’alto, a cui aderire acriticamente. I valori sono una ricerca, sono un
mettersi in cammino, non da soli, ma attraverso le relazioni, attraverso il
gruppo, attraverso una realtà associativa, come la
GiOC. I valori sono un’esperienza affettiva
forte, sono le esperienze concrete, i modelli che incontriamo nella nostra
vita, che parlano alla nostra vita e che ci mettono in discussione.
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I
valori sono qualcosa di bello, qualcosa che ci riempie la vita, che ci permette
di vivere una vita che aspira a volare alto, a una vita di qualità e fatta di
scelte coraggiose. Come ci hanno detto i nostri esperti, dobbiamo metterci in
ricerca di quella pietra preziosa, di quel tesoro nascosto sottoterra per cui
vale la pena di spendersi, di vendere tutto per poterlo comprare. Non dobbiamo
rinunciare a ricercare un ideale forte, un progetto, un’aspirazione per cui
davvero vogliamo spenderci, che vogliamo prenderci a cuore, per cui darci
totalmente. Chiediamoci a cosa il progetto di Dio su di noi ci chiama, qual è
la nostra Vocazione, per cosa farci dono e servizio.
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Sicuramente
tutto questo non è semplice: tutte le esperienze che ci cambiano la vita, ci
chiedono di darci totalmente, ci chiedono sacrificio e fatica. Una fatica però
realizzante, una fatica di speranza.
Come nel nostro specifico, nei laboratori degli
ultimi due giorni di campo siamo partiti dalla vita, abbiamo condiviso le
nostre esperienze sulla dimensione affettiva, il lavoro, la partecipazione alla
vita socio-politica e al territorio.
La sfida che ci siamo portati a casa è
quella di non rinunciare mai a spenderci, rimetterci del nostro per realizzare
il progetto di Dio.
La
GiOC
ci educa alla responsabilità, una responsabilità non solo personale, ma
collettiva, attraverso lo strumento del gruppo. La sfida nel vivere i valori è
quella di capire che un valore non è tale solo se vale per me, ma se vale per
tutti.
Il campo è stato inoltre il momento per
salutare alcune responsabilità che finiscono: Emanuela Converso dopo i suoi 6
anni di responsabilità e disponibilità sul Sud! E Manuela Agagliate che ha
finito i suoi sei anni a tempo pieno nella GiOC dapprima sulla campagna
d’Azione e poi come presidente Nazionale. Al campo abbiamo votato il nuovo
presidente Nazionale Susanna Bustino, che ha finito così il suo mandato sulla
federazione di Torino.