Campo III tappa
Torino, 18-23 luglio 2006
Nel decidere la modalità del campo di terza tappa, noi responsabili abbiamo subito pensato che un campo itinerante sarebbe stata un’esperienza importante per i ragazzi, come lo era stata per alcuni di noi in passato. Sapevamo però che il campo itinerante richiede un impegno di preparazione e soprattutto costi maggiori. Ci sé sembrato quindi giusto fare decidere ai ragazzi con una votazione, in una giornata di massa il cui tema era la partecipazione democratica. La scelta è caduta sul campo itinerante; i costi sono stati ammortizzati da un’azione di autofinanziamento (aperitivo e cena per la partita d’esordio dell’Italia).
I temi del campo sono stati il valore dell’impegno nelle nostre vite, l’importanza della storia e della struttura della GiOC e la sua spiritualità. Il percorso del campo itinerante è stato pensato in base a questi elementi.
Siamo partiti la mattina (presto!) del 18 luglio su 3 furgoncini, eravamo nel complesso 20 compresi responsabili e assistente.
La prima tappa è stata Monte Urano; per la nostra permanenza là, siamo stati ospiti nella casa dei militanti monteuranesi. Nel pomeriggio, abbiamo riflettuto sul nostro cammino di coordinamento, e di come le nostre riflessioni nei 5 anni della sua durata siano state orientate dallo stile della Gioc.
Il 19 Luglio abbiamo parlato della struttura della Federazione di Torino ma soprattutto l’abbiamo messa a confronto con la realtà di Monte Urano, per capire quali caratteristiche la Gioc può avere a livello nazionale, in differenti contesti. Ciò si è realizzato sia grazie sia ad una visita ad alcune fabbriche di scarpe, sia al colloquio che abbiamo avuto la sera con i militanti.
L’obiettivo del giorno seguente era presentare la dimensione globale della Gioc; per farlo, ci siamo recati a Roma, dove abbiamo visitato il CiGioc; lì Delphine ci ha spiegato come la Gioc è strutturata a livello internazionale.
Il 21 Luglio abbiamo visitato il santuario di Loreto, nell’ottica di valorizzare l’esperienza di fede nel cammino della Gioc. Al santuario abbiamo, tra le altre cose, riflettuto su come la volontà di Dio si incarna nel mondo tramite le azioni dei fedeli, che divengono protagonisti nella storia.
Siamo poi ripartiti per Exilles, sia perché ci sembrava giusto fare terminare il campo in un luogo significativo per la storia del coordinamento sia per dare la possibilità ai lavoratori di raggiungerci per il fine settimana. Negli ultimi due giorni abbiamo riflettuto su cosa significa essere un militante, prima di tutto nella vita e poi nella Gioc. Abbiamo ascoltato le testimonianze di militanti della Gioc e di membri di altre associazioni: ai ragazzi è stata infine fatta la proposta della militanza.
Il campo ha colpito favorevolmente i ragazzi e li ha spinti a interrogarsi e a capire cosa vogliono per sé stessi e quale può essere il loro ruolo nella Gioc, tant’è che parecchi dei ragazzi presenti hanno poi partecipato il fine settimana successivo al campo militanti.
La voce dei ragazzi e dei responsabili di III tappa
Il campo di terza tappa è il campo fondamentale, quello in cui si è in pochi e ci si ritrova come una famiglia un po' allargata...o per lo meno così lo è stato per noi!Sono stati sei giorni pieni, stancanti, ma non credo di essermi mai divertita così tanto.Oltre che a formarci sulla GiOC, è stata un'esperienza unica. Il distacco tra animati e animatori era del tutto inesistente, tutti uguali: negli scherzi, per le corvee, per le riflessioni.Tutti erano protagonisti, questo è l'ambiente che ci aspettiamo; tutti importanti, anche l'ultima persona arrivata che si è buttata a capofitto in questa esperienza.Ho approfondito l'amicizia con persone che conoscevo già da un po', ho fatto amicizia con gente nuova e ho imparato ad apprezzare persone che inizialmente pensavo fossero antipatiche, ma in verità non riuscivo a vedrecome fossero in realtà, e senza le quali adesso non riuscirei a stare.Sia chi diventerà militante e sia chi non lo diventerà ha diviso litigi, risate, per una settimana intera, ventiquattro ore su ventiquatttro. Si è discusso molto su come altre realtà vivono la GiOC, sul come è formata la GiOC e sul che cosa sia. Anche se a quest'ultima domanda ci sono molte risposte vaghe perchè per quello che sono riuscita a carpire la GiOC non si può descrivere a parole. La GiOC è da vivere!!!
Betta (San giulio)
“Sono passati ormai tre anni da quando mi è stato chiesto di diventare responsabile di coordinamento. Sapevo che era una scelta di responsabilità importante e ciò mi preoccupava un po’ in quanto forse non credevo pienamente in quelle che potevano essere le mie potenzialità. Sono partito un po’ in sordina attraversando diversi momenti difficili che alcune volte mi impedivano di vivere bene il coordinamento e soprattutto di far le cose bene. Ciò nonostante non mi sono perso d’animo perché ci tenevo a questo ruolo e a tutti i ragazzi che avevo conosciuto in questi anni; tutto quanto per me era una scommessa che non potevo fallire!!! Negli ultimi due anni ho condiviso la responsabilità con altre persone e ciò è stato un sollievo in quanto forse le mie difficoltà erano nate soprattutto dal fatto di vivere questa responsabilità in solitudine. Col passare degli anni ho sempre preso più coscienza del progetto che abbiamo cercato di proporre e di far conoscere ai ragazzi, il che è stato per me come ritrovare la strada giusta, le motivazioni, l’importanza di ciò che facevo…di vivere pienamente la mia responsabilità.
Si è giunti così al campo di III tappa. L’ultimo atto di un percorso e di un’esperienza comunque indimenticabile. E’ stato un campo faticoso, perché itinerante, ma pieno di emozioni e soddisfazioni. In questo campo mi sono veramente sentito responsabile di tutti i ragazzi e ho cercato di dare loro tutto me stesso. Nell’ intervento che ho fatto al campo ho parlato col cuore, raccontando tutto quello che ho vissuto e ho sentito in questi anni di militanza. Ero veramente emozionato perché mi rendevo conto che parlavo di un’esperienza e di un opportunità che loro non potevano farsi scappare. Abbiamo chiuso il campo con un discorso finale letto da tutti i responsabili ai ragazzi. Di questo discorso vorrei riprendere l’ultima frase:
“Oggi in questa data da ricordare domenica 23 luglio 2006 vorremmo offrire a voi, che siete sempre stati la nostra più grande scommessa, questa stessa irripetibile opportunità senza la paura di non essere all’altezza della proposta, affinché possiamo continuare ancora e insieme l’infinita ricerca di nuovi orizzonti. “
Questa frase riflette bene anche il mio ruolo di responsabilità e penso di poter dire che come ex responsabile di coordinamento,ormai, sono convinto che questa scommessa l’ho vinta alla grande!!! L’ho vinta sia nei confronti di me stesso che nei confronti dei ragazzi….”
Francesco (Responsabile del coordinamento)
Tratto dal discorso di fine campo di III tappa:
“Cari ragazzi,
[…]Nel tempo ognuno di noi ha dovuto fare delle scelte, è stato messo di fronte alle proprie motivazioni e alle proprie debolezze, alla fatica di portare avanti una proposta impegnativa come quella che vi stiamo offrendo.
[…]l’augurio più grande che possiamo farvi è che abbiate sempre il coraggio di essere testimoni dei valori di cui siete portatori, che sappiate portare in ogni ambiente di vita la passione, la decisione, la bellezza che avete dimostrato.
[…]Quelle stesse caratteristiche che ci hanno dato la forza e la motivazione di andare avanti, di seminare senza preoccuparci di raccogliere i frutti immediati del nostro lavoro, ma con la consapevolezza che voi avrete “il cuore per amare, l’intelligenza per capire, le braccia per lottare” e aggiungiamo gli occhi per vedere quei fiori diventare frutti e sapere coglierli […]
Oggi siete di fronte ad una chiamata del Signore che ha scelto noi responsabili come messaggeri della tua parola:”Mi è stato dato ogni potere in cielo ed in terra. Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.
Ogni proposta racchiude in se molti dubbi così com’è stato per i discepoli, ma il Signore ha creduto in loro più di quanto loro stessi credessero nelle loro potenzialità. Così, anche noi, abbiamo visto in voi una luce di cui, forse, non avete ancora consapevolezza.
[…] Oggi siete chiamati ad una scelta più grande dell’entrare o meno nella Gi.O.C., siete chiamati a prendere in mano la vostra vita, e a scegliere quale stile volete darle. Sulla nostra strada noi responsabili, abbiamo incontrato la Gi.O.C., un’esperienza che ha messo al centro la nostra unicità di persone e figli di Dio[…]"
I responsabili del coordinamento di III tappa
Documenti |
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Campo 3° tappa 2006
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Documento di lavoro del campo itinerante della 3° tappa di Torino sul valore dell’impegno, l’importanza della storia, l'esperienza della GiOC e la sua spiritualità.
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Notizia inserita o aggiornata il 04/10/2006. Letta 1472 volte.
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