Revisione di vita sull'educazione e la tecnologia
II
gruppo CML di Villa Verucchio presenta una Revisione di Vita sull'educazione e
la tecnologia. Questo fatto ci ha interrogato e ci siamo chiesti cosa c'era dietro a una richiesta del genere. Abbiamo così affrontato il tema dell'educazione e della tecnologia, secondo lo schema della Revisione di Vita Giocista: Vedere, Valutare e Agire; ci siamo chiesti: quale stila di vita educativo abbiamo? Cosa significa essere educatori oggi? È emerso che spesso non siamo pronti a dare motivazioni perché abbiamo molte insicurezze, e non siamo uh buon esempio. Inoltre l'uso sconsiderato della tecnologia porta spesso i bambini ad estraniarsi dalla realtà in cui si trovano.
VALORI: - avere il coraggio di esprimere la propria opinione anche quando questa va contro corrente; - il valore del gruppo come momento di confronto e verifica, - gestire i bisogni reali anche a costo di rimanere indietro nella corsa tecnologica, - il genitore deve essere educatore ed autorità hi ogni caso dei propri figli, - riflettere sulle situazioni negative per ricercare i valori positivi.
DISVALORI: - abuso della tecnologia, - individuo valutato a seconda dei suoi beni consumistici - a volte rinunciamo a relazionarci è a imporci con i nostri figli per il "quieto vivere", - la società consumistica continua a imporci i propri miti, - l'uso/abuso della tecnologia porta via ai nostri figli la possibilità di relazioni, di esprimere fantasia, di giocare... - l'uso/abuso della tecnologia porta i genitori ad avere sempre meno relazioni con i figli
Rispetto al brano di Marco sono emerse alcune considerazioni: oggi è difficile rinunciare a tutto perché si è condizionati da quello che ci circonda, occorre tradurre nel contesto di oggi questa parabola : Cosa significa per noi oggi? Nel brano del Vangelo di Luca ci ha colpito molto il fatto che Gesù si immedesima nella situazione e si fa compagno; forse oggi per noi questa parabola significa che dobbiamo farci compagni ponendoci il problema del perché ci vengono fatte certe richieste dai nostri figli. Anche il fatto dello spogliarsi di tutto può stare a significare di togliersi di dosso la presunzione di sapere tutto e giudicare, ma calarsi nella realtà degli altri e appunto farsi compagni. Un altro punto che è emerso è il fatto di non demonizzare il consumo in modo acritico, ma dovremmo cercare di capire fino a che punto la tecnologia ci domina e fino a che punto siamo noi a gestirla. Fino a che punto questi strumenti di consumo possono facilitare la relazione o penalizzarla? Fino a che punto siamo disposti a cambiarci? Come rispondiamo a questo bisogno di relazione? Abbiamo ipotizzato delle azioni sia personali che di gruppo: - articolo sul giornale della Parrocchia e per il settimanale diocesano "II Ponte", proseguire l'esperienza di gruppo come momento fondamentale per noi e per i nostri figli, - mandare del materiale alla Gioc che si possa pubblicare sul sito, - capire come far partire un'esperienza di gruppo/campi magari coordinata con la Gioc e la Parrocchia, - come educatori e genitori testimoniare e motivare le cose che diciamo, dedicare tempo alla famiglia: stare insieme in modo costruttivo. Contemporaneamente anche il gruppo dei bambini, supportati da uno o più adulti, hanno fatto un percorso simile al gruppo adulti riflettendo sul tema dell'educazione e hanno fatto delle conclusioni che hanno riportato su dei cartelloni. Hanno detto che le cose belle del loro gruppo sono lo stare insieme agli amici e il collaborare insieme a delle cose, mentre quelle brutte il fatto di essere presi in giro. Le cose che piacerebbe fare sono i lavori manuali e tornare insieme al seminario. Alla domanda su come avvicinare altri amici al gruppo hanno risposto: invitandoli e raccontandogli le attività che facciamo. Notizia inserita o aggiornata il 12/10/2006. Letta 2244 volte. |
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