Il lavoro e... tutto il resto che c'è!!!
Venerdì 22, sabato 23 e domenica 24 si è svolto a mote Urano il campo centro. Gli obiettivi del Campo erano:
fare analisi della propria vita e del proprio territorio (contesto sociale ed economico…) e capire come dare delle risposte attraverso la GiOC, confrontarsi sull’identità di ogni zona per costruire l’identità del centro Italia, recuperare la storia della GiOC in Centro Italia ed organizzare le zone, individuare sfide e priorità.
In questo campo abbiamo tentato di rimettere al “CENTRO” le nostre esperienze di lavoro, di vita, di GiOC. Per riflettere, formarci, per decidere insieme che GiOC vogliamo per il Centro Italia e di cosa abbiamo bisogno per realizzare il progetto della nostra vita e della GiOC.
Un Progetto che si realizza là dove siamo, che ci spinge a sognare di più…
…organizzarci, responsabilizzarci e pensare chi coinvolgere sul nostro territorio per non restare isolati…
Oggi la GiOC del centro Italia è una piccola, significativa realtà, fatta di
giovani lavoratori, studenti e disoccupati che vivono a pieno le bellezze e le contraddizioni delle terre che abitano. Se da un lato ci sentiamo profondamente legati alla nostra terra dall’altra a volte il contesto ci condiziona e condiziona nel concreto le nostre vite. La crisi del calzaturiero nel fermano ha costretto molti giovani a rimandare progetti di autonomia (matrimonio, un bimbo….) ma anche messo i lavoratori dinanzi ad una nuova realtà: un lavoro che andrebbe vissuto maggiormente nella solidarietà tra lavoratori e tra aziende, nella scoperta di un sindacato che può aiutare e nella consapevolezza che non basta investire nel designer e nelle nuove tecnologie ma anche nel miglioramento delle condizioni di lavoro di che per ore sta in manovia (la catena di montaggio delle aziende che fanno scarpe) e nella formazione dei giovani che poi vanno a lavorare in manovia. Così come la terra di Sardegna, meravigliosa meta di turismo ma tempo fa si è investito nelle acciaierie, il polo industriale di Porto Scuso ha penalizzato molto il territorio e adesso investire sul turismo è dura e le acciaierie stanno progressivamente chiudendo. Inoltre la questione del lavoro femminile nella zona è forte, in questo tipo di fabbriche le donne non hanno grandi spazi. Così la voglia di andare via dalla propria terra si fa forte, per il desiderio di qualcosa di più, di poter costruire un futuro che rispecchi le proprie aspettative, di un presente che dia la sensazione che questo futuro si sta costruendo. A Galliera, paesino in provincia di Bologna, è ancora vissuto il lavoro agricolo ma in particolare Andrea è operaio meccanico, lavora in un’azienda che fa macchine per il cablaggio e il suo lavoro gli piace!
Durante il campo a partire dai dati della campagna d’Azione, su giovani e consumo, e dalle esperienze di Laura, Simeone e don Giacomo abbiamo provato ad individuare le realizzazioni, le fatiche e sfide per la nostra vita e per la GiOC,
tra le sfide individuate ne riportiamo alcune:
Comprendere che lavorare molto (troppo) toglie tempo al “Resto”
Manca l’investimento sulla propria persona, dunque bisognerebbe capire come investire maggiormente sulla formazione e sull’educazione
Aiutare altri giovani come noi, a conoscere ed inserirsi nel mondo del lavoro, per gli aspetti tecnici (lettura della busta paga, contratto), ma anche umano, su come avere un approccio non traumatico a questo mondo
desiderio di aggregare nuovi giovani per fargli capire l’opportunità che può essere la GiOC
portare nei nostri ambienti di vita ciò che abbiamo maturato attraverso la GiOC. Essere un militante GiOC non solo nel gruppo, ma nella vita
sviluppare percorsi di accompagnamento che sostengano i militanti che ancora si impegnano nel movimento...
…Le sfide individuate ci chiamano ad assumersi delle responsabilità nel tentativo di far diventare le sfide azioni concrete di impegno negli ambienti della nostra vita. Sabato sera abbiamo festeggiato il compleanno di Andrea di Galliera e domenica abbiamo concluso il campo organizzando il lavoro dell’anno, la celebrazione eucaristica ci visti insieme a condividere la fede e la vita: i progetti e le nuove speranze personali e di GiOC.
Abbiamo aperto i lavori del Campo con la canzone di Alex Britti “Uno zingaro Felice” ne riportiamo il commento di apertura: “…uomini e donne di tutti i giorni, felici con una macchina modesta e nessun fiore all’occhiello ma che si svegliano tutte le mattine con la voglia di qualcosa di più…uomini e donne che hanno dentro uno zingaro felice: legami, affetti, lavoro…tutto un RESTO che potrebbe non esserci più…tutto un resto fatto di gesti d’affetto semplici: una carezza che ci aiuta sopportare un boccone che non va giù. Che fare per essere felici, per non “consumare” il nostro tempo ma per viverlo a pieno? Per vivere il presente, il futuro che non è tanto prevedibile e non guardare al passato con il rimpianto che è “passato” troppo in fretta? Non ci sono risposte pre-confezionate ma forse insieme ci si può aiutare a trovare il RESTO perduto o magari anche solo a scoprirne uno nuovo.
….dalla sintesi di uno dei lavori di gruppo:” Partendo dal discorso fatto da Simeone e Laura, ci ha colpito tanto che fare la GiOC non è una questione di numeri ma più il fatto di quello che può darti e quello che puoi apportare tu alla GiOC. Anche la zona della Sardegna si rispecchia tantissimo nella Realtà di Monte Urano e Galliera con tutti i suoi pro e contro (la solitudine in determinati momenti e attività di gruppo, la difficoltà di potersi confrontare con altre e diverse realtà, l’aggregazione…).
I momenti che passiamo insieme, come i campi, i Consigli nazionali, servono tanto come spinta per continuare ad andare avanti.
Come sfide in riferimento a lavoro e ambiente abbiamo individuato:
riscattare il lavoro manuale che via, via si sta perdendo;
educare ad un tempo libero più sano.
Mentre le sfide che riguardano la GiOC sono la voglia di aggregare nuovi giovani, facendogli capire il senso che ha per noi la GiOC, offrire un’opportunità d’incontro per i gruppi base e potersi confrontare con le altre realtà”.
(Sintesi del gruppo di Andrea, Monia, Daniela, Manuela e d. Enrico)