Sul palco a Rozzano:
"Streetlight - the musical"
Rozzano (MI), 10 dicembre 2004


Ciao a tutti. Siamo i due gruppi adolescenti dell'Oratorio S. Angelo. La nostra avventura cominciò nel gennaio 2004, quando ci fu proposto dai nostri animatori e dal nostro don di mettere in scena STREETLIGHT. Streetlight è un musical, tratto da un fatto realmente accaduto nella 79° strada di Chicago. Il protagonista della storia è Charles, un giovane ragazzo che con il suo gruppo di amici, vuole trasmettere attraverso la musica un mondo più unito. Noi ragazzi, sorpresi ed emozionati nel cogliere la notizia dello spettacolo, abbiamo cominciato così a lavorare facendo ogni settimana prove continue, impegnandoci ognuno a dare il meglio di sé. Ed infine siamo arrivati a venerdì 10 dicembre 2004, quando Streetlight va in scena al Fellini.

Quella sera eravamo belli agitati ed emozionati, ma a sconfiggere le nostre paure è stata la voglia di farcela e di dimostrare a tutte le altre persone quanto impegno noi avevamo messo per questo progetto. La serata è finita, tutto è passato ed il musical è andato abbastanza bene. Chissà, magari un giorno potrà esserci un'altra magnifica avventura.
Cristina

Streetlight - the musical
“Da un fatto accaduto a Chicago nella 79° strada ”, così recita il sottotitolo del musical Streetlight, messo in scena il 10 dicembre presso il cinema teatro Fellini, dai gruppi adolescenti e da alcuni giovani della parrocchia S. Angelo di Rozzano.

La storia tra coreografie, canti e recitazione, si svolge in un quartiere difficile negli anni ‘60 e racconta del giovane Charles Moats, della sua voglia di cambiare le cose e della sua amicizia con Jordan. La vicenda inizialmente vede i due amici presi dall'amore, per una ragazza nel caso di Jordan, per la vita e per la musica in quello di Charles. Tutto sembra normale fino a quando la ragazza di Jordan, Lisa, sorella del capo della gang del suo quartiere, è uccisa dalla banda rivale. Per tutti è naturale la vendetta tranne per Charles: lui crede che sia possibile costruire un mondo diverso basato sull'amore, l'amicizia e la condivisione. Colpisce il suo ottimismo e la sua fiducia nel prossimo e nel futuro; suona in un gruppo che si impegna con lui nella realizzazione di questi ideali. L'atteggiamento di Charles è visto come una ribellione alle regole e per questo pagherà con la vita la sua voglia di cambiare. La sua morte però non sarà vana, permetterà a Jordan e ai suoi amici di capire quanto sia importante credere in un futuro migliore.

Il musical è del Gen Rosso e prima di metterlo in scena nessuno conosceva la trama. La proposta è stata fatta circa un anno fa ai gruppi adolescenti e ai giovani dell'Oratorio da don Emanuele. Alla base non c'era solo l'idea di realizzare uno spettacolo, ma di trasmettere anche un messaggio educativo. Come leggere la vicenda e non pensare alla nostra città? I protagonisti potrebbero essere ritrovati nei volti dei giovani di Rozzano.

Gli adolescenti e i giovani coinvolti, mettendosi in gioco e accettando di partecipare al progetto, con questa storia hanno voluto dire che è possibile costruire un mondo unito e solidale grazie all'impegno in prima persona di ciascuno di noi. Impegno che anima anche il loro cammino educativo all'interno dell'Oratorio S. Angelo e che esprime la loro voglia di costruire una città migliore, diventando i protagonisti positivi dei loro quartieri.

Al centro del progetto c'è l'Oratorio e la sua valenza educativa: con il musical si vuole favorire l'unione dei gruppi per far diventare l'oratorio stesso la casa dei giovani. Unire le diversità e i cammini facendoli diventare esperienze parallele verso la stessa meta, grazie alla condivisione dei percorsi e degli ideali.

Non è stato facile portare avanti il progetto, le difficoltà pratiche e non solo sono state tante e a volte hanno gettato sconforto, tanto da farci chiedere continuamente “ce la faremo”? Tra alti e bassi siamo arrivati al 10 dicembre.

Questa data non rappresenta una conclusione, ma un inizio, molti degli obiettivi prefissati hanno cominciato a realizzarsi, anche se ancora bisogna lavorare. I ragazzi dei due gruppi adolescenti e i loro educatori hanno avuto la possibilità di conoscersi e fare amicizia. Molti di loro poi hanno avuto modo di incontrare altri gruppi dell'oratorio e se prima sentivano la loro esperienza isolata, ora forse hanno acquisito la consapevolezza di appartenere ad una comunità che cammina insieme.

Vittoria


Notizia inserita o aggiornata il 10/12/2004. Letta 2742 volte.

 

Torna ad inizio pagina
Torna su