Revisione di vita II° superiore
“Impegno ed educazione”
Torino, 7 marzo 2004


Domenica 7 marzo il coordinamento di II superiore di Torino ha realizzato una Revisione di Vita sull'impegno e sulle motivazioni che spingono a continuare nel progetto educativo della GiOC.


Traccia Revisione di Vita

Fatto:
Si fa fatica a coniugare i molti impegni e la vita di tutti i giorni: seguire un gruppo di ragazzi richiede impegno e progettazione, formazione e tempo libero passato insieme……succede che la partecipazione dei ragazzi a gruppo non è sempre costante e che calino nella presenza: come non mollare e non demotivarsi?

Vedere:
- Chi sono le persone coinvolte? Quali sono le nostre reazioni e quelle degli altri?
- Quali conseguenze sulla nostra vita (personali, amicali, famigliari) ?
- Quali le con il gruppo base?
- Quali le conseguenze sulle nostre motivazioni?
- Quali sono le cause della situazione che a volte ci troviamo a gestire? (mille impegni che si moltiplicano, l'università/il lavoro, etc….): responsabilità, personali, di gruppo, di coordinamento.

Valutare:
- Quali valori positivi e quali negativi emergono dalla situazione?
- A quale stile di responsabile aspiro?

Agire:
Dopo la riflessione, proviamo a capire come agire sia a livello personale che di gruppo, e di coordinamento.


Riflessioni emerse dalla Revisione di Vita

Dal confronto, è emerso che l'impegno con i ragazzi non è slegato dalla nostra vita personale, ma che si fa fatica a farci stare tutto!

Molti di noi hanno amici fuori dalla GiOC, con cui si è condiviso molto ma è difficile spiegare cosa facciamo, perché non è così semplice capire l'impegno che viviamo quando gli altri non lo vivono. Così si rischia di sentirsi fuori da un giro in cui prima si era pienamente dentro: non si ha più tutto il tempo a disposizione. In altre situazioni si ha un po' paura di essere giudicati un po' ”chiesini”, perché si segue un gruppo, si è impegnati: un po' barbosi, impostati, così magari si nasconde il fatto che si fa gruppo o che si segue un gruppo di ragazzi.

Anche in famiglia non è semplice condividere l'esperienza, per alcuni dei nostri genitori sembra che l'impegno con la GiOC e in generale con i ragazzi, tolga tempo alla ricerca del lavoro, al lavoro stesso, allo studio… Alcuni di noi sono molto inseriti in comunità e a volte sembra di doversi sdoppiare: come organizzarsi meglio? Le due cose non sono in contrapposizione una dell'altra: come cogliere le opportunità e non sentirsi solo affaticati? Questa fatica ci demotiva, lo sforzo organizzativo, non riguarda solo i ragazzi o gli impegni ma la nostra vita in generale…

Questo è un “coordinamento in estensione”, composto da molte realtà nuove, la conseguenza è che insieme stiamo crescendo sul metodo e ci confrontiamo spesso su come e perché fare le cose, questo ci aiuta a prendere consapevolezza del progetto, la difficoltà sta nella distanza fisica, e nelle diverse organizzazioni che devono incrociarsi.

Abbiamo individuato diverse cause:
Il fatto che i ragazzi a volte scarseggino nella partecipazione è responsabilità anche nostra
, quando siamo più demotivati le cose non vanno bene neanche con i ragazzi, perché il tempo passato a preparare gli incontri, per vederli nel tempo libero è sempre meno e poi la situazione diventa simile al cane che si morde la coda: noi siamo demotivati, loro non vengono, noi ci demotiviamo ancora di più e non si esce dal giro, o ci si esce a fatica.
Ci siamo resi conto che il rapporto personale e il tempo libero passato con loro aiuta, la loro e la nostra partecipazione. In questo dovremo spenderci di più, così anche nel rapporto con i genitori, forse dovremo farci conoscere di più! (I ragazzi esprimono il bisogno di parlare e di confrontarsi, quali opportunità gli diamo?)
Qualche volta a gruppo, siamo un po' scolastici, parliamo dell'argomento deciso e la loro vita? Come quel tema tocca la loro vita?
A volte siamo legati ad uno schema un po' rigido di gruppo: come mantenere alto il livello della proposta andando incontro ai ragazzi?
Difficoltà di percepire i momenti di formazione e di confronto dove parliamo di noi, della nostra responsabilità e dei ragazzi come occasioni poco importanti, invece ci aiutano a sentirci meno soli, a motivarci, a crescere… bisognerebbe non chiudersi nella propria zona e scambiarsi di più le tecniche, le esperienze, vedersi, pensare come coordinamento, forse ci aiuterebbe a far partecipare di più i ragazzi al gruppo in zona!

Abbiamo scoperto valori grandi nel vivere questa responsabilità:
La comunicazione
(imparare a parlare con se stessi e con gli altri diversi da te)
Il fatto di mettersi in discussione fino in fondo ed essere onesti con se stessi e con gli altri
Credere in ciò che si fa, si possono avere dei cali ma, crederci ti da la forza di rimetterti in pista
L'impegno e la serietà.

Ci sono anche una serie di disvalori che mettiamo in gioco:
La superfcialità (non metti in discussione nessuno, ne te stesso ne i ragazzi, va sempre tutto bene)
La non comunicazione
(quando con i ragazzi non costruiamo un rapporto personale, ma ci limitiamo all'ora di gruppo)
La rigidità
(quando non ci calimo nella vita dei ragzzi)
La paranoia: le scuse i falsi giri, ma qual è il problema vero?

Le aspirazioni:
La Gioc, come stile di vita , non è solo il coordinamento e poi esco e vivo altro
Perdonare, andare oltre le cose che succedono: mettersi in discussione
Ci sono diversi militanti di cui mi piacerebbe prendere il meglio, e la mia aspirazione è: sapermi assumere le mie responsabilità ed essere disponibile con i ragazzi, avere attenzione, per dare loro il massimo
Essera quello che sono, a volte tendi ad assumere un ruolo che non ti appartiene
Riuscire ad essere più versatile
Chiedere aiuto (Umiltà)
Trovare l'equilibrio tra l'attenzione alle persone e garantire il metodo, il progetto educativo  

Così ci siamo confrontati con il Vangelo:
don Gianni ci aiutato ad unire un po' la riflessione ed effettivamente i brani di vangelo che abbiamo letto, toccano da vicino la nostra esperienza. Nel primo, (Mt 7,7) ritroviamo un gatteggiamento di fondo, l'atteggiamento di chi ci crede, con la convinzione che prima o poi vi sarà dato, vi sarà aperto; con il secondo, (Mt 10,37) ci siamo resi conto dell'importanza di avere una scala di valori, prima noi e poi con gradualità, far percepire anche ai ragazzi che ci sono dei criteri di scelta: si sceglie e si dice anche no, saper motivare il no, e capire qual è la direzione che vogliamo prendere:quale stile di vita?
In Mt 11,16 ci siamo resi conto di quando a volte le proviamo tutte: massimo impegno, mille idee, mille cose e poi i ragzzi non “rispondono” come vorremo, ma la sapienza ci insegna che se si semina qualcosa nasce, magari non raccoglieremo noi i frutti ma qualcuno dopo di noi raccoglierà! La coerenza, lo stile.
In fine, Mt 18,15 la correzione fraterna, i rapporti anche al di fuori del gruppo: dirsi le cose anche a livello personale e gradualmente mettersi in discussione anche in gruppo.

Abbiamo deciso come azione di condividere la riflessione con il resto del movimento, di intraprendere maggiori rapporti personali con i ragazzi e con i genitori, di condividere la RdV con chi del coordinamento non era presente, fare la prossima giornata di massa magari a Moncalieri ed un momento di tempo libero (magari una pizza con i ragazzi) a Borgaro, dopo il I maggio.

Notizia inserita o aggiornata il 07/03/2004. Letta 1398 volte.

 

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