Martedì 18 Novembre si è
svolto un incontro, organizzato in collaborazione con il MLAL (Movimento
Laici America Latina) tra i ragazzi dei gruppi base della GiOC di Torino
e alcuni bambini del Manthoc, associazione peruviana costituita da bambini
lavoratori. Qui di seguito potete trovare una presentazione in powerpoint
con le foto della serata e le rilfessioni da parte di alcuni giovani
che hanno partecipato alla serata.
Il racconto
dei giovani presenti
Francesca (gruppo 2° tappa, San Giulio d'Orta)
Dopo aver incontrato i bambini del manthoc a gruppo abbiamo discusso
della serata. Abbiamo fatto alcune riflessioni che riporto brevemente:
l'obiettivo
dell'associazione Manthoc: prinicipalmente, è quello di
far conoscere i diritti che ha una persona, e nello specifico quelli
di un bambino;
il significato
di lavoro visto come "valore". Daniele ha tirato fuori la
questione se il lavoro è un valore nella vita, si è discusso
che cosa vuol dire che il lavoro è un valore e perché
dovrebbe esserlo;
discorso
sul fatto che la nostra è una mentalità differente dalla
loro: Claudia dice che preferirebbe prima studiare, e poi entrare in
contatto con il mondo del lavoro, e non subito da bambini (confronto
tra la nostra realtà e la loro).. qui si è entrati in
una vera e propria discussione perché c'era chi diceva , come
Claudia, che è meglio per un giovane prima studiare e dedicarsi
molto a questo per poi avere delle possibilità in più
per il tuo lavoro futuro.. chi invece sosteneva che in questo modo si
rischia che si arriva nel mondo del lavoro senza strumenti e senza sapere
che cosa voglia dire lavorare, quindi forse è meglio conoscere
e formarsi anche prima sul lavoro;
anche
loro parlano di argomenti che anche noi affrontiamo nei nostri gruppi
(es: sesso, noi e gli altri, rapporti con i genitori, droga ecc.);
il
lavoro è parte integrante della loro vita, visto come momento
di crescita e di formazione, mentre noi molto spesso lo vediamo come
obbligo (Carlo);
riflessione
sulla concezione di felicità nostra, che magari è
diversa dalla loro
perché qualcuno diceva che loro sono
infelici, altri allora hanno ribattuto che nono sembravano ragazzini
tristi..così abbiamo riflettuto sul fatto che la felicità
è personale, perché a noi con la nostra mentalità
sembra che quei ragazzini siano infelici,ma in realtà magari
nella loro concezione di vita e di società loro si ritengono
felici o comuqnue fortunati
;
discussione
sull'importanza di questa esperienza, se ci ha trasmesso qualcosa: maggior
apprezzamento della nostra vita (Francesca+Claudia) per qualcuno, qualcun
altro ha detto che non gli ha cambiato niente;
loro lavorano
per bisogni primari, basato sul guadagno per gli studi e/o la famiglia;
noi lavoriamo per bisogni secondari (Pierino) come un entrata di denaro
che soddisfa le nostre voglie
la riflessione di nuovo si è
accesa perché ci siamo confrontati sui piccoli lavoretti che
durante l'anno si fanno magari nelle vacanze estive o di natale e la
maggior parte diceva che questi lavori li fa per avere dei soldini propri
e non dover sempre chiedere ai genitori e per togliersi delle soddisfazioni
in cose da comprare..il che è legittimo, ma capiamo la differenza
che c'è invece tra noi e loro
la causa che spinge loro
a lavorare è quella di poter andare a scuola... ;
riflessione
su ciò che ha detto l'educatore; esempio del padre che a 13 anni
lavorava: cambio dei tempi, ora: società ricca, dove l'istruzione
ci è "dovuta" (Beppe);
scuola
vista per noi come un obbligo, mentre per loro è un'opportunità
che si ottiene solo attraverso sacrifici (Alessio+Carlo);
Davide
Un po di sere fa, discutendo con alcuni nostri coetanei, anche
loro impegnati nella GiOC locale, ho subito notato come gli argomenti
che trattiamo nei nostri incontri settimanali di gruppo sono molto simili
a quelli che trattano i giovani del Manthoc.
Quindi, malgrado tutte le differenze che ci possono essere in Perù,
rispetto allItalia, i problemi di noi giovani difficilmente cambiano.
Mi sono anche stupito di come loro anticipano letà di animazione.
Qui, in Italia, uno diventa animatore a 16 anni, invece la ragazza che
abbiamo conosciuto quella sera, ha solamente 13 anni ed è
già animatrice da due.