Formazione professionale Educare: un pendolo tra io e il noi PREMESSA Una sfida culturale. Nella società e nella formazione professionale non è assolutamente scontato che vi sia un’attenzione educativa per i giovani con meno opportunità culturali e sociali, giovani che spesso frequentano la formazione professionale. La prima sfida che si individua è culturale e il tentativo è quello di coinvolgere più persone nella riflessione e nella sperimentazione di percorsi con questi giovani. Questa mancanza di attenzione contestuale rende più complesso il lavoro perché si tratta di impostare e sperimentare percorsi educativi e di aggregazione in una prospettiva completamente nuova e spesso isolata. L’educazione collettiva. La responsabilità educativa appartiene a ciascuno di noi, tutti gli adulti volenti o nolenti hanno una funzione educativa nei confronti dei giovani, che esercitano in maniere molto diverse (stile nell’insegnamento, rapporto personale con gli allievi e con gli altri insegnati, accompagnare un gruppo di confronto….), ma tutte fondamentali nella crescita delle persone. Quando si parla di percorsi extracurricolari si deve intendere la necessità di creare una sensibilità e di avviare dei percorsi educativi ulteriori nella formazione professionale, in aula o fuori, e non nel senso di delegare a qualcun altro l’attenzione l’educativa. Il confronto genera differenze. Dal confronto fra le persone del gruppo sono emerse le notevoli differenze che caratterizzano i diversi centri di formazione professionale. Differenze territoriali: è molto diverso un centro di formazione professionale collocato in un contesto metropolitano, da un centro collocato in provincia. Differenze strutturali: ci sono centri inseriti in contesti parrocchiali dove è normale l’esistenza di strutture adeguate per l’incontro, l’aggregazione dei giovani e altri che hanno semplicemente le strutture per l’insegnamento. Differenze organizzative: a centri inseriti già in una proposta del territorio si affiancano molti centri che non ne hanno mai sentito parlare. Differenze infine legate ai soggetti coinvolti: adolescenti, giovani, adulti. Le differenze comportano la necessità di progettare in maniera situata e specifica in ogni realtà. Soggetti a cui ci riferiamo: adolescenti in formazione professionale. Il gruppo come provoc-azione e come frontiera. Il gruppo come possibilità tra dentro e fuori i percorsi scolastici. Una possibilità per l’Io e per il Noi, una possibilità che interpella una responsabilità di proposta e di partecipazione. Il gruppo diventa strumento, esperienza e modalità per vivere il proprio lavoro. Potremmo pensare che il gruppo non è funzionale all’esperienza lavorativa, per il raggiungimento degli obiettivi scolastici. In classe ad esempio l’utilizzo del gruppo potrebbe servire all’interno dei processi di apprendimento. Ma non solo, anche fuori da questi processi può diventare quello spazio in cui è possibile riprendere alcuni temi oggetto dell’apprendimento. Gruppo come strumento, perché se è vero che oggi è importante la partecipazione, permette di far sentire il giovane parte dei processi che si mettono in atto. Il gruppo come modalità con cui posso fare esperienza del sé in relazione al mondo. Possibilità di mediare fra sé e il mondo, per cogliere la corresponsabilità delle azioni. IL PERCORSO FATTO FINO AD OGGI Da alcuni anni, in collaborazione con la Pastorale del Lavoro Piemontese, la GiOC ha avviato un percorso di coordinamento con i Centri formazione professionale di ispirazione religiosa. Il coordinamento ha come obiettivo principale il confronto delle esperienze educative proposte ai giovani della FP e l’ideazione e a realizzazione di iniziative comuni che abbiano come obiettivo il coinvolgimento dei giovani, il protagonismo e l’assunzione di responsabilità. Alcune attività realizzate: Campo estivo a Vitorchiano (VT) con la partecipazione di 70 ragazzi e 8 centri coinvolti ; hanno partecipato 5 volontari della GiOC e 7 insegnanti dei Centri di Formazione Attivazione e gestione di un coordinamento direttori dei centri a livello piemontese in collaborazione con la Pastorale del lavoro Attivazione e gestione di un coordinamento insegnanti dei centri a livello piemontese in collaborazione con la Pastorale del lavoro Organizzazione di momenti extrascolastici (tornei, feste, serate di tempo libero…) per i ragazzi della formazione professionale, gestiti da un gruppo di ragazzi “leader" già coinvolti in altre iniziative I MODULI FORMATIVI NEI CENTRI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE Da alcuni anni la GiOC propone percorsi educativi nelle classi, in particolare ai ragazzi del Diritto e Dovere, su alcune tematiche legate al tema del lavoro. In particolare sono stati sperimentati due moduli formativi: 1. Rientro dagli stages, diritti e doveri dei giovani lavoratori 2. Consum-Attori sul tema giovani e consumi 3. Percorsi di cittadinanza attiva 1. I rientri dagli stages: per rielaborare l’esperienza di lavoro vissuta all’interno delle aziende, analizzare i diritti e doveri dei lavoratori partendo dalla propria esperienza, approfondire le tematiche dei contratti e della busta paga. 2. Consum-Attori: in concomitanza dell’avvio della Ricerca Azione gestita dalla GiOC a livello nazionale sul tema. 3. percorsi di cittadinanza attiva: partendo dall’incontro scolastico, si propone ai giovani di incontrarsi in orario extrascolastico, in particolare stimolando l’assunzione delle responsabilità sul lavoro, in famiglia, nei territori dove i ragazzi vivono. ALCUNE PROPOSTE OPERATIVE La proposta che stiamo elaborando in collaborazione con alcuni centri della Provincia di Torino ha come obiettivo principale il coinvolgimento dei giovani in percorsi educativi che non si esauriscano nella scuola ma che abbiano un seguito anche nel tempo extrascolastico. In particolare la GiOC propone percorsi di cittadinanza attiva e di partecipazione che permettano ai giovani della formazione professionale di prendere coscienza della loro esperienza e attraverso una formazione che ha al centro la persona, diventino protagonisti dei propri ambienti di vita. La proposta educativa e formativa non si esaurisce quindi col percorso scolastico, ma prevede occasioni di incontro e gruppo anche oltre alla scuola, collegando i giovani incontrati nei centri all’esperienza associativa della GiOC. Si intende quindi promuovere l’esperienza, presentando i percorsi già realizzati ad oggi anche ad altri Centri di formazione (realizzando un CD-ROM coinvolgendo i ragazzi che hanno partecipato ai campi) , con particolare rilevanza ai moduli formativi, ai campi estivi e alle iniziative concrete di assunzione di responsabilità verso altri giovani che si incrociano con i percorsi educativi della GiOC ( ricerca-Azione, feste di quartiere, tornei sportivi iniziative a livello locale…). Per ulteriori informazioni: Amalia Gaito compitoeducativo@gioc.org Responsabile della Formazione Professionale 011/54.18.06 Notizia inserita o aggiornata il 25/10/2005. Letta 14258 volte. |
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