XIII Congresso nazionale
Bellaria (RN), 11-12 Dicembre 2004


Si sono tenuti a Bellaria (RN) i lavori del XIII congresso nazionale della GiOC.

Sabato mattina
Il congresso è stato aperto da Gianluca Fiori, ex-presidente della GiOC, che ha presentato gli ospiti e letto i saluti arrivati via fax da parte di chi non è potuto essere presente personalmente.
La preghiera della mattinata ha visto alcuni giovani coinvolti nella drammatizzazione dei luoghi abitati da Gesù nella storia. E’ stato il momento di collegamento tra fede e vita, per riflettere alla luce del vangelo il senso dell’abitare i luoghi di vita.

  La locandina
  Il programma
  Documenti e materiale
  Fotografie dell'evento
  La nuova presidentessa
Al termine della preghiera Marco Calvetto, presidente uscente, ha presentato la relazione introduttiva, che si è conclusa le parole: “…Il congresso è anche prendersi a cuore ciò che viene dopo. Ci attende la sfida importante e irrinunciabile di costruire la GiOC tra la continuità e la discontinuità. La continuità nei valori di fondo e la discontinuità nella necessità di ridefinire strategie e organizzazione.
Occorrono il coraggio, la fantasia, la risolutezza di chi reclama il futuro per sé, ma anche la forza d’animo di chi non si scoraggia, di chi a testa alta garantisce sempre la propria parte per difendere quella bellissima esperienza che è la GiOC.[...]
Con l’augurio di continuare a farci noi ora compagni di strada dei giovani lavoratori e di quanti credono e si battono per un mondo migliore.
Le terre di confine, le frontiere della storia, la “Galilea delle Genti” rimangono i nostri luoghi da abitare. Questa è la nostra missione, questo il nostro impegno.
Adesso avanti! Il futuro per noi è oggi!...”


Sabato pomeriggio
I lavori sono proseguiti con uno spazio di approfondimento in relazione alla nuova Campagna d’azione che vedrà la GiOC impegnata nei prossimi anni. Il Seminario dal titolo: “L’era dei Consumi: punti di vista a confronto” ha visto dibattere tra loro un sociologo (E. Minardi, docente di sociologia all’università di Teramo), un teologo (S. Morandini, teologo e docente Istituto Studi Ecumenici S. Bernardino di Venezia) e un esperto di marketin (R. Casali, della casali ed Associati srl, agenzia pubblicitaria di Rimini). Il tema dei consumi si presta indubbiamente alla concretezza della vita quotidiana. Il tentativo è stato di non trattare l’argomento in chiave moralistica, ma provare ad individuare le questioni importanti che stanno alla base dei consumi. Il consumo è oggi una delle chiavi di lettura dei cambiamenti e delle tendenze della società, un punto di osservazione che più di altri consente di capire e approfondire come si evolvono le identità, gli stili di vita e i rapporti tra le persone, il territorio e la società.
Uno dei fattori che maggiormente discrimina i percorsi di vita e crea differenze tra le persone è la possibilità di accedere o meno ad un certo tipo di consumo. Una parte importante dell’identità di una persona si fonda sulla tipologia e sul livello di consumo a cui può accedere (vestiti, vacanze, divertimenti…).
Se un tempo l’identità di una persona era segnata in maniera significativa dal tipo di lavoro, dalla professione o dalle origini sociali, oggi ciò che consente di sentirsi parte, di essere riconosciuto, di esprimersi e realizzarsi è la possibilità di possedere, spendere, consumare.
Attorno all’accesso ad un certo tipo di consumo sembra quindi ruotare la questione dell’identità e dell’inclusione o esclusione sociale, del sentirsi dentro o fuori, marginale o non marginale, di valere o di non valere…
Il consumo è oggi l’anello di congiunzione tra l’identità personale, l’integrazione sociale e il sistema economico e produttivo, è interpretato e vissuto come fattore di integrazione / appartenenza, di relazione sociale. Questi e molti altri sono stati gli spunti da tenere in considerazione nel trattare questo tema nel corso della nuova campagna d’azione.

Domenica mattina
La domenica mattina è stata dedicata al confronto sul documento congressuale, che già nei mesi scorsi era stato visionato e discusso nelle zone. Dopo una prima parte dedicata, suddivisi in gruppi, all'approfondimento delle questioni più delicate si è proceduto alle votazioni che hanno definito le priorità dei prossimi tre anni e gli orientamenti attraverso cui concretizzarle! Quattro sono le priorità: "la militanza d’ambiente", "il lavoro di rete", "l’aggregazione e l’estensione", "la democrazia, partecipazione e organizzazione".
E' stato inoltre votato il nuovo statuto, con alcune modifiche apportate dal consiglio nazionale per avere il riconoscimento ufficiale della CEI.
Infine sono state elette le persone che hanno dato la disponibilità per tre anni a seguire a tempo pieno il progetto della GiOC. Per la prima volta nella storia della GiOC è stata votato un presidente donna: Manuela Agagliate!!!
Con Manuela sono stati inoltre votati:
Marta Quadrelli - Responsabile Compito educativo e Centri di formazione Professionale
Rosalba Pasquina - Tesoriere Nazionale
Monica Gallo - Responsabile federazione del Sud Piemonte
Carmelina Gaito - Segreteria nazionale
Maurizio De Conti - Responsabile federazione di Torino
Andrea Sterpone - Rresponsabile della campagna d'azione

Domenica pomeriggio
Il congresso si è chiuso con la celebrazione eucaristica e con i ringraziamenti a chi in questi anni si è dedicato a tempo pieno per questo progetto: Anna Loscalzo (Responsabile del Compito educativo), Stefania Boccaccio (che ha fatto l’anno di Volontariato sociale per il Consiglio Internazionale), Marco Calvetto (Presidente nazionale), Laura Marcatili (responsabile della federazione delle Marche) e Lucia P., Doriana, Monica, Lucia Q che nel corso dell'ultimo anno hanno vissuto il servizio civile nella GiOC.

Nonostante le fatiche del viaggio militanti, giovani dei gruppi, adulti, assistenti, amici e parenti hanno potuto condividere la storia passata, vivere quella presente e scrivere il futuro della GiOC. Un futuro fatto dell’impegno per l’aggregazione, per il lavoro di rete, la democrazia, la partecipazione, l’organizzazione e la militanza d’ambiente, un futuro fatto di un nuovo direttivo e dalla prima presidente donna.
Un futuro, dove i giovani dei gruppi base dicono la loro e prendono la parola ad un Congresso nazionale, dove i militanti appena entrati, possono sentirsi protagonisti, necessari, preziosi alla loro vita, a quella dei loro coetanei e del movimento, dove i militanti più grandi, possono restituire quello che nel tempo hanno ricevuto, provando ad interrogarsi ancora su quale militanza nel movimento e quali prospettive di militanza adulta. Un futuro in cui giovani, adulti e assistenti, riescono a ritrovarsi ognuno per le sue responsabilità e caratteristiche personali e generazionali, in un progetto di Chiesa in cui ci sente a casa. Nella consapevolezza che c’è molto da fare e che probabilmente questo lavoro non finirà mai, ma anche che insieme la fatica fa un po’ meno paura, ci sente più forti, meno soli.

 

Torna su