Giovani del mondo della scuola e del lavoro
Torino, 5 giugno 2012

Una realtà preoccupante che denunciamo


Le équipe nazionali della JOC di Spanga e JOC della Cataluña, JOC del Portogallo e GIOC dell'Italia si riuniscono annualmente per condividere e riflettere rispetto ad alcune tematiche comuni che preoccupano i movimenti, in quanto coinvolgono i giovani dei rispettivi paesi.

Quest'anno l'incontro si è tenuto a Torino dall' 1 al 4 giugno, e abbiamo affrontato come tema, la problematica che vivono i giovani rispetto al mondo del lavoro e della formazione.

A partire dall'analisi del contesto educativo e lavorativo, vogliamo evidenziare alcuni dati che maggiormente ci preoccupano:
- Esiste una tassa di abbandono scolastico molto alta, che si aggira intorno al 20% nei nostri paesi.
- Il numero di alunni per classe si situa tra i 30 e i 40 nei nostri 3 paesi, e il numero di professori e di professionisti specializzati (psicologi, educatori sociali, terapeuti, ecc.) sta diminuendo nelle scuole.
- Il tasso di disoccupazione giovanile è di circa il 35% in Italia e Portogallo, e arriva fino a 52% nel caso della Spagna (anche se sappiamo esistere un alto livello di economia sommersa).
- Inizia anche ad aumentare il numero di giovani che nè studiano, nè lavorano (conosciuti con il nome di generazione NEET), che in Italia arriva fino al 22%.

Constatiamo una mancanza di investimenti nel sistema educativo e lavorativo, e una eccessiva preoccupazione dei governi per i dati statistici (numero di giovani con qualifica, numero di posti di lavoro creati, ecc)   dimenticando altre questioni importanti, per esempio, la qualità dell'insegnamento o la sofferenza e la povertà di tanti giovani.

Unito a questo, vediamo che i programmi scolastici sono sempre più incentrati sulle materie scientifiche/tecnologiche e sempre meno collegate ad una formazione completa della persona attraverso le scienze sociali, l'educazione civica, ecc.

In riferimento all'educazione scolastica, inoltre, l'aumento delle tasse, crea una disparità tra i giovani ad accedere alla formazione, con una conseguente difficoltà ad accedere al mercato del lavoro. E vediamo anche poco investimento nella formazione continua.

Crediamo che la formazione offerta dal sistema scolastico, il più delle volte, non sia facilmente spendibile sul mercato del lavoro dei nostri paesi, e che questo porti ad un alto tasso di emigrazione di giovani verso altri paesi, in cerca di un futuro lavorativo migliore.

L'educazione deve essere posta maggiomente al centro della nostra società, non deve essere soggetta alle ideologie politiche, ma essere materia di un patto di Stato che non permetta di cambiare in continuazione le leggi ad essa collegata, a seconda del governo in carica. 

La nostra identità di giovani cristiani, ci chiama ad una forte responsabilità di denuncia della situazione che viviamo attualmente nel mondo scolastico e lavorativo. Ci sentiamo impegnati in questa situazione che sta coinvolgendo un sempre maggiore numero di giovani, e che potrebbe riperquotersi anche in futuro. I giovani stanno perdendo opportunità di formazione, il che porterà alla creazione di una società che sarà sempre meno acculturata e sempre più manipolabile dai nostri governi, come se la persona e l'educazione fossero mercantizzabili.

Per questo ci sentiamo responsabili e solidali nei confronti delle future generazioni,  che pagheranno il costo dei tagli che si stanno facendo in questo momento storico. Continueremo a portare avanti la nostra missione a fianco dei giovani, anche in rete con altre organizzazioni studentesche e del lavoro, perchè siamo convinti che la persona debba essere posta maggiormente al centro dell'attività politica, economica e sociale, così come la sua dignità, i valori e i talenti dei quali è portatrice, la vocazione lavorativa alla quale si sente chiamata. 


Notizia inserita o aggiornata il 07/06/2012. Letta 2437 volte.

 

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