Redazionale GO 3/06
Autunno 2006

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Politica è agire sul territorio, portare istanze di cambiamento, essere informati di quello che accade per mobilitarsi. Politica, però, è anche impegnarsi in prima persona nel governo della cosa pubblica, in un partito, nell’amministrazione locale. È portare i propri valori in posti scomodi dove spesso quello che conta è il potere in sé più che la cura dello stato. Come uomini e donne impegnati e responsabili gli uni degli altri e gli uni per gli altri.

Parlare di politica è un tentativo ostico e che crea facilmente fraintendimenti. I politici sono antipatici, i par titi non sono luoghi affascinanti di par tecipazione e protagonismo. Assistiamo con fastidio alle per formance di professionisti della cosa pubblica invecchiati su una poltrona, che non mostrano spazi di ricambio generazionale.

Eppure la GiOC non ha paura di promuovere ancora il coinvolgimento in prima persona nella gestione dello stato, della necessità di prendere in mano il proprio destino, anche nel collettivo. Per esempio, storicamente l’Azione Cattolica, la GiOC, la FUCI sono state fondamentali palestre per la formazione di personaggi che hanno segnato in modo significativo la storia della nostra politica. Aldo Moro, Vittorio Bachelet, Carlo Moro hanno dedicato anni intensi di militanza nell’AC, dove hanno maturato i valori che hanno difeso nella carriera pubblica.

Oggi, però, questo non avviene e non solo perché le associazioni non hanno più la forza di un tempo. La politica è diventata questione privata, interesse del singolo, faccenda del più forte. L’amministrazione è asservita alla maggioranza di turno, che si sente in diritto di stravolgere ogni assetto, senza la responsabilità del dialogo. Perché il compromesso non è solo un cedere, ma trovare la mediazione tra posizioni diverse, non necessariamente buone e cattive.

Informazioni abbonamenti: go@gioc.org

Notizia inserita o aggiornata il 23/11/2006. Letta 1343 volte.

 

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