Campo II tappa CFP 2006 Pensieri sul campo dei ragazzi: "Io penso che il campo sia una buona occasione per potersi confrontare, parlare, e discutere dei propri problemi ,con altre persone (sia coetanee che non) questa secondo me è una cosa molto importante, ti da le risorse giuste per poter apprendere e capire quali sono i giusti valori della vita, come affrontarli (in modo giusto), ed essere preparati. Secondo me è molto importante che siano presenti degli adulti , perchè con loro puoi confidarti e chiedere consigli che, magari, a genitori o parenti non chiederesti mai per paura del loro giudizio, mentre con loro ti senti più libero , è come se parlassi con un amico , solo che ti da dei consigli che sono più appropriati al tuo problema... in poche parole il campo e molto utile per noi ragazzi non dovrà mai terminare!!! [...]" Samantha Torino 17 anni "In generale, la partecipazione dei ragazzi alle attività della Gioc, è stata sempre molto alta;fin dalla prima esperienza,i nostri allievi sono stati attivamente partecipi e contenti. Da parte nostra, abbiamo cercato di condurre le avventure extra-scolastiche con allegria e spensieratezza, prestando sempre attenzione e serietà, affinchè le iniziative fossero un esempio da seguire nel quotidiano e durante l'anno scolastico. Le “situazioni educative" vissute nei campi: laboratori, assemblee, discussioni, hanno avuto un impatto positivo sui nostri giovani, i quali si sono mostrati più volte curiosi e attenti;e anche i giochi, superato lo scoglio iniziale della diffidenza adolescenziale e della timidezza, dovuta all'integrazione in un luogo diverso dalla quotidianità (famiglia,scuola,bar, ecc.),hanno fatto centro e sono rimasti impressi come piccole perle da portarsi a casa. La Gioc ha permesso a noi insegnanti, volontari e volenterosi, di riflettere attivamente sulla nostra figura professionale e, a volte, anche sulla nostra vita. Nonostante il livellamento dei ruoli necessario per viaggiare insieme, ci è sembrato che i ragazzi siano riusciti a mantenere un equilibrio nel rapporto insegnate-allievo,senza prevaricare con violenza i limiti dell'educazione;al contrario, la condivisione del quotidiano ha svelato il profilo umano di ognuno di noi, che altrimenti si sarebbe ridotto al contesto scolastico., dove il prof. è solamente uno che ti dice cosa fare e in qualche modo ti “rompe". Dobbiamo riconoscere che offrire la nostra disponibilità non è sempre facile,ma il ruolo di responsabili, come ai militanti piace definirci e definirsi, ci fa guadagnare competenza e sicurezza;e, tutte le volte che torniamo a casa,stanchi morti, scopriamo che l'entusiasmo non si spegne mai,al contrario, ogni volta immaginiamo che il prossimo campo sia migliore del precedente." Federico e Monica
Professori dello IAL di Asti Album fotografico
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