Esperienza di Ciccio
Catania, 2 marzo 2006


Mi chiamo Ciccio, ho 18 anni e abito a Catania.

Il mio titolo di studio è la licenza media. Ho sempre lavorato nella mia vita: ho fatto il muratore, l’idraulico, lo stagnino, il benzinaio, il magazziniere, l’operaio presso una fabbrica di alluminio. Da qualche mese lavoro come corriere espresso nella ditta Bartolini e sono diventato responsabile del camion.
Spesso ho lavorato in nero, ma adesso ho un contratto a tempo indeterminato anche se il mio stipendio è in percentuale alle consegne che faccio. Oggi posso dire di essere soddisfatto del mio lavoro e non lo cambierei, anche se è faticoso e forse le norme di sicurezza non sono sempre rispettate.

La mattina mi alzo alle 6 e spesso non torno a casa prima delle 8 di sera. Penso che il mio lavoro è molto utile agli altri: i negozi hanno bisogno delle nostre consegne per lavorare. Il lavoro per me è una forma di realizzazione di vita: io ho imparato molto nel lavoro, ho conosciuto molta gente e ho fatto molte amicizie. Il lavoro mi ha anche aperto gli occhi su tante cose, prima di lavorare, infatti, mio fidavo troppo degli altri.

Da più di un anno faccio parte della GiOC e da allora nel poco tempo libero che ho vado in parrocchia, non manco mai agli incontri, partecipo con entusiasmo alle attività che organizziamo e vado a messa la domenica.
All’inizio l’avevo preso per scherzo, andavo alla GiOC solo per le ragazze. Poi ho capito che è una cosa importante per me e per tutti i giovani. A me piace il nostro gruppo perché facciamo la revisione di vita dei giovani lavoratori e parliamo della disoccupazione e dello sfruttamento e ho capito che, se per il mondo noi giovani non contiamo, invece siamo noi giovani il domani e lo vorrei fare capire a tutte quelle persone che non ci credono.

Da quando faccio parte della GiOC la mia vita è cambiata molto: ho capito il senso dell’amicizia e del perdono che per me prima non significavano niente, io non ci pensavo mai, bisticciavo con chiunque e non chiedevo mai scusa, anche se avevo torto. Ormai al gruppo siamo come una famiglia, so che con loro mi posso confidare e posso parlare anche delle mie cose più personali. Al gruppo ho anche festeggiato i miei 18 anni.
Adesso mi sono inserito nella parrocchia, conosco i ragazzi degli altri gruppi, quando sono libero animo l’oratorio con gli altri e partecipo alle recite che si organizzano. Inoltre, da quest’anno, mi sto preparando per fare la prima comunione. Mi sento cambiato ed è per questo che chiamo sempre gli altri ragazzi del quartiere per farli venire alla GiOC.

Notizia inserita o aggiornata il 08/03/2006. Letta 2269 volte.

 

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