Il prete spazzino

Una vita dedicata a Dio e all’evangelizzazione dei giovani lavoratori attraverso l’esperienza del lavoro: intervista a don Paolo Mignani, assistente delle federazione di Torino e parroco di Mezzi Po, Settimo.

L'esperienza più intensa che ha caratterizzato la mia vita di operaio - prete, è quella vissuta nei 23 anni in cui sono stato dipendente dell'AMIAT (Azienda Multiservizi Igiene Ambientale Torinese). Nell'autunno del 1977 ero in cerca di lavoro, quando ho saputo che all'Amiat avevano indetto un concorso per l'assunzione di 120 netturbini. Feci subito domanda e successivamente il concorso previsto.
I primi di febbraio del '78 ebbi un incontro con il vescovo Anastasio il quale, dopo un lungo colloquio, mi comunicò che aveva deciso di ordinarmi prete nel marzo successivo. Quando rientrai a casa trovai la raccomandata in cui mi si comunicava di aver superato il concorso e di essere quindi in lista per l'assunzione.
L'avventura inizio il 17 giugno '78. Dopo una notte insonne e pieno di emozione mi alzai alle 4,30 e mi presentai alle 6 in punto per prendere servizio. Era giunto il tempo in cui le cose maturate con i preti operai e con la GiOC potevo sperimentarli nel concreto.

L'incarnazione
Il primo passaggio fu quello di inserirmi nell'azienda condividendo in silenzio la vita dei lavoratori, sullo stile di Gesù a Nazaret. Sono stati tempi di una presenza di immersione per vedere e conoscere a fondo la realtà in cui mi trovavo. L'impatto fu carico di entusiasmo, ma anche un po' scioccante dato il tipo di lavoro e la vita dei netturbini, sempre a contatto con i rifiuti; il tipo di servizio svolto sempre all'aria aperta e in balia delle intemperie: caldo torrido e puzza putrida nei mesi estivi, freddo gelido e strade ghiacciate d'inverno; il contatto diretto con i cittadini che attribuivano tutti i disservizi solo al lavoratore con cui venivano in contatto in quanto i dirigenti non avevano modo di incontrarli. Sono così entrato nel vivo delle questioni relative ai lavoratori, all'azienda e ai cittadini.
Ho conosciuto più da vicino il sindacato con i suoi pregi e i suoi difetti e col passare del tempo sempre più mi incarnavo in questa realtà che mi sfidava a mettermi in gioco.
Dopo alcuni anni sono stato eletto delegato sindacale. Impegno che non ho più lasciato fino alla mia uscita dall'azienda.

La testimonianza
Un valore fondamentale che sono stato chiamato a vivere è stato quello della testimonianza: dire coi fatti i valori in cui credevo e che rivendicavo nel quotidiano dei rapporti con le persone e nelle rivendicazioni sindacali.
La coerenza che ho cercato di vivere penso sia stato uno dei segni più incisivi della mia esperienza all'Amiat: è ciò che ha fatto la differenza.
Il valore del lavoro come spazio di senso e di realizzazione. Un lavoro come quello dell'igiene della città che in se non ti da nessuna soddisfazione, ma da svolgere bene, con passione, come una missione a servizio degli altri lavoratori che sono i cittadini.
La dignità della persona di ogni lavoratore, da non svendere per i trenta denari delle raccomandazioni, tentazione molto presente tra i lavoratori delle aziende pubbliche.
L'impegno sindacale vissuto come testimonianza e spazio per risolvere i problemi con senso di solidarietà.
Debbo dire che queste poche cose sono stati i pilastri portanti della mia esperienza di operaio - prete.

L'evangelizzazione
La motivazione profonda e ultima della mia presenza era l'evangelizzazione. Vivere il ministero del prete nella condizione dei lavoratori nella dimensione della condivisione. La fedeltà ai valori e la coerenza di vita penso abbiano avuto lo spazio maggiore anche in ordine all'evangelizzazione.
Ho vissuto intensamente, almeno nella passione e nel desiderio la parole che Cristo entrando nel mondo, rivolto al Padre dice: “ Non hai voluto né offerta né sacrificio, un corpo mi hai dato: ecco io vengo Signore a fare o Dio la tua volontà” (Sl.40,7-9).
Questo, sperimentato sulla propria pelle, è qualcosa di stupendamente grande, li cogli e gusti davvero il senso e la pregnanza anche in ordine alla fede della militanza d'ambiente. Vorrei davvero che tutti i militanti lo sperimentassero.
Tutto poi di me era impregnato della mia fede e del vangelo che alimentava il senso della mia presenza. Alla domanda che sovente mi veniva fatta: chi te lo fa fare di vivere questa vita, rispondevo con le parole di S. Pietro: “Siate sempre pronti a rispondere a quelli che vi chiedono spiegazioni sulla speranza che avete in voi”(1 Pt. 3,15). Con gioiosa fatica, ho provato a fare proprio questo: dare volto storico all'esperienza di Gesù e coglierne il significato per la vita.
Col passare del tempo, quando ormai sapevano tutti chi ero, facevo riferimento anche esplicitamente al vangelo sia nelle conversazione interpersonali che negli incontri sindacali e nelle assemblee con i lavoratori.
Ci sono stati poi momenti di approfondimento su tematiche di fede con alcuni giovani sindacalisti interessati scoprire il legame tra militanza sindacale e Vangelo. Il tentativo è stato quello di far sentire e sperimentare lo stretto legame che esiste tra: vita - fede; militanza - vangelo; impegno politico - regno di Dio.
Ho condiviso con diversi compagni di lavoro momenti belli della loro vita in esperienze come quelle dei matrimoni e dei battesimi, e momenti di sofferenza o di lutto. Cose che non avrei mai potuto condividere se non avessi incontrato tutta questa gente condividendo il lavoro.
Non ho mai fatto un bilancio di questa mia avventura, anche se tante volte mi sono chiesto e mi chiedo il senso. Certo sono partito con quello slancio giovanile di chi vuole cambiare il mondo ed è convinto di farcela. Poi la realtà mi ha ridimensionato e disincantato molto. Ciononostante debbo dire che questo sogno pazzo mi è rimasto nel sangue e ne sono fiero. Cosa poi abiti nel cuore delle persone, e come può aver inciso la mia presenza, solo Dio lo sa. Per quanto mi riguarda posso dire di avere vissuto un'esperienza che ha dato pienezza a questi anni ed è stato un piccolo contributo per l'annuncio del vangelo ai lavoratori nel ruolo di operaio-prete, spazzino di Dio.


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